martedì 6 marzo 2018

Perché sparano sugli africani? - Roberto Loddo




Da un po’ di tempo in Italia sparare sugli africani è diventata un’agghiacciante abitudine di alcuni. C’è chi lo fa per perseguire atti di terrorismo di matrice fascista come avvenuto a Macerata e c’è chi, come è avvenuto ieri a Firenze, sostiene che non avendo avuto il coraggio di suicidarsi ha scelto di freddare un ambulante senegalese sul Ponte Vespucci.
I cinque colpi sparati dell’italiano di 65 anni non avrebbero sfondo razziale secondo gli inquirenti. Ma nonostante il sindaco di Firenze Nardella e il presidente della regione Toscana Rossi abbiano espresso solidarietà e invitato alla calma la comunità senegalese c’è una domanda che rimane ancora senza risposta: Perché sparano sugli africani?
Non è la prima volta che a Firenze accade una cosa del genere. Il 13 dicembre 2011 c’era gia stata la strage razzista e fascista di piazza Dalmazia durante la quale due senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, furono uccisi da Gianluca Casseri, un estremista di destra sostenitore e attivista neofascista di CasaPound, che si suicidò mentre le forze dell’ordine gli davano la caccia. Idy Diene, l’uomo ucciso ieri a Firenze, era il nuovo compagno della vedova di una delle vittime di Piazza Dalmazia.
Chi si scandalizza per la rabbia sfogata in centro a Firenze dai connazionali dell’ambulante senegalese ammazzato dovrebbe ricordarsi ogni tanto del Paese in cui viviamo e del pericoloso piano inclinato di odio e violenza in cui stiamo scivolando. Perché il sindaco Nardella non si scandalizza anche delle leggi che hanno alimentato il razzismo e la xenofobia sostenute dal suo partito? Perché non si scandalizza anche per la legge Bossi Fini che equipara l’esistenza stessa degli stranieri ad un grave crimine?
Perché nessuno si scandalizza per lo sfruttamento della manodopera straniera resa clandestina dalle nostre leggi in Italia e costretta a vivere in condizioni di violenta emarginazione? Perché fanno più scandalo una decina di senegalesi che protestano in centro a Firenze delle deportazioni, delle politiche di internamento nelle galere per migranti, dei respingimenti e delle stragi quotidiane di profughi che si svolgono oggi sotto i nostri occhi?

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