giovedì 31 agosto 2017

Per una Roma antirazzista, antifascista e solidale - Christian Raimo



Questa non è la mia città.
Una città in cui alle sei di mattina i poliziotti fanno le cariche e buttano gli idranti contro i rifugiati, comprese donne incinte e bambini. Una città in cui da due anni la polizia interviene contro i migranti in transito sgomberando di notte i posti d’accoglienza.
Questa non è la mia città, indifferente contro i deboli, ostile contro gli stranieri. Che parla di legalità solo quando deve usare la violenza contro i poveri. Che riempie le strade di transenne, posti di blocco, camionette. Che umilia chi dorme per strada. Che disprezza chi non ha una casa. Che chiama sicurezza il peggior razzismo.
La mia città è aperta, solidale, attenta, si vergogna del suo passato coloniale e fascista, ed è fiera della sua storia di resistenza. La mia città è fatta dalle persone che si danno da fare ogni giorno per la dignità degli ultimi: gente comune che fa politica offrendo condivisione, accoglienza, educazione.
La mia città è di chi si batte per allargare i diritti, non per togliere a chi li ha.
La mia città è bellissima, anche se ogni giorno fate di tutto per farne un luogo di paura e tristezza.
Lo sgombero di 800 eritrei - bambini, donne, disabili, anziani - in piazza Indipendenza è solo l'ultimo di una serie di episodi di razzismo e intolleranza verso le persone che arrivano a Roma dopo aver superato guerre e dittature nei loro paesi d'origine, un viaggio estremo nel deserto, violenze e torture da parte dei trafficanti e l'attraversamento del Mediterraneo.
Come ha scritto Annalisa Camilli su Internazionale: "Perché nessun rappresentante delle istituzioni si è affacciato a piazza Indipendenza in questi giorni? Perché Roma da anni non riesce a varare un piano per l’accoglienza? La risposta è semplice nella sua brutalità: i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati che vivono nelle nostre città non sono considerati parte delle nostre comunità, anche se sono al nostro fianco e nelle nostre vite da anni".
Questo è un appello che ti chiedo di diffondere perché Roma torni a essere una città antirazzista, antifascista e solidale.

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