martedì 8 agosto 2017

Eroe d’Israele - Gideon Levy


Il nuovo eroe di Israele indossa jeans strappati, vive in una comunità cooperativa religiosa nel sud, ha una fidanzata e uccide arabi.
Gli eroi d’Israele hanno sempre ucciso arabi, ma talvolta lo hanno fatto con coraggio, oggi lo fanno con viltà piuttosto patetica: hanno paura di un adolescente con un cacciavite.
L’eroe d’Israele uccide arabi indiscriminatamente, inclusi quelli innocenti o che non meritano di morire. L’eroe israeliano è un giovane uomo con principi, principi che ha assimilato durante il servizio nei territori occupati. Ha appreso la disumanizzazione nella Brigata Givati ​​e come uccidere i civili nell’operazione Protective Edge. Ha appreso che la prima azione da intraprendere contro un arabo è sempre quella di sparare per uccidere; le alternative possono essere considerate in seguito.
Ha appreso che è perfetto, anche eroico,  uccidere un arabo, non importa perché. É stato addestrato nei territori e l’ha messo in pratica in Giordania – che differenza fa, gli arabi sono tutti uguali, sia sulla riva est che sulla costa occidentale del fiume Giordano. I suoi amici dicono che è un “uomo per bene”, che questa non era la  prima volta che si trovava in una situazione difficile come quella con l’adolescente con un cacciavite e che è considerato una persona calma. Immaginate cosa sarebbe successo se non lo fosse stato. Avrebbe potuto uccidere cinque persone, forse dieci.
L’eroe d’Israele ha ucciso civili: un medico, senza nessun motivo, e un adolescente che stava assemblando mobili e che lo ha minacciato con quella arma apocalittica, il cacciavite, durante una discussione calorosa, nemmeno un attacco. (*)
L’eroe d’Israele non ha tremato. Un eroe d’Israele non conta mai fino a 10. Ha mirato e colpito. Due morti, due tacche in più.
Il  nome del nostro nuovo eroe è Ziv, ma non possiamo vedere il suo volto. Il viso  sfocato, abbracciato dal primo ministro si aggiunge alla sua aura. Sostituisce il suo predecessore, il più esaltato Elor Azaria. Il primo ha ucciso un uomo morente, quest’ultimo ha ucciso due civili. Non accusatelo. Questo è quello che gli è stato insegnato di fare in “situazioni difficili” nei territori – sparare e uccidere. È cosi che è stato addestrato, come un’arma cieca.
È considerato un eroe. Nessuno si sarebbe sognato di interrogarlo seriamente come un sospetto, al di là delle formalità promesse alla Giordania, ed è già stato detto che non porteranno a nulla. Forse ha commesso un omicidio, o forse una  negligenza? Forse ha violato le regole di ingaggio? Come lo sapremo? Non lo sapremo. Non vogliamo saperlo. Invece, ha ricevuto la telefonata sorprendente del primo ministro. “Hai  già preso un appuntamento con la tua fidanzata?” ha chiesto Benjamin Netanyahu con quella modalità paterna riservata agli eroi.
Poi c’è stato l’incoraggiante abbraccio nel suo ufficio. Guarda, Giordania, guarda, questi sono gli eroi d’Israele, tuo partner per la pace, gli assassini dei tuoi cittadini.
E poi i palestinesi sono accusati di esaltare i terroristi.

Quando un soldato giordano uccise nove studentesse israeliane a Naharayim nel 2007, il re Hussein di Giordania sospese il suo viaggio in Spagna e si  affrettò  a tornare a Beit Shemesh per inginocchiarsi davanti alle famiglie in lutto e chiedere perdono, visitò anche i feriti e il suo regno pagò un indennizzo. Ma quando una guardia di sicurezza di Israele uccide due giordani, almeno uno di loro completamente innocente, il primo ministro israeliano non ha neanche bisogno di scusarsi. Le condanne le chiediamo solo al presidente palestinese Mahmoud Abbas. Possiamo solo fantasticare su eventuali  condoglianze o sul pagamento di un indennizzo. Perché chi è morto, come dice il detto? Due arabi, niente di più.
Due arabi morti e un eroe d’Israele che è tornato a casa in sicurezza, superando le sue ferite. Ziv l’eroe reciterà la sua versione degli eventi e forse tornera’ anche in servizio. Decine di migliaia di giovani israeliani sognano di essere Ziv. Sognano di servire nei territori occupati dall’esercito di occupazione, di sopraffarre e uccidere gli arabi, di viaggiare in India e in Guatemala prima di diventare guardie di sicurezza dell’ambasciata. Se sono fortunati, potrebbero persino uccidere un adolescente con un cacciavite e un medico che si trovava lì, come nei vecchi tempi di Qalandiyah.
Salute agli eroi d’Israele. Sono i migliori della nostra gioventù.
(*) Precisazione di Flavia Lepre che ringraziamo:
Non c’era stato NESSUN ATTENTATO.
Il ragazzo era un falegname che aveva finito di fare dei lavori ad un altro piano dell’edificio e stava andando via son la cassetta di attrezzi. La guardia israeliana paranoica gli ha intimato in malo modo di aprirla. Il ragazzo, che forse non sapeva che nel palazzo ci fosse anche l’ambasciata israeliana, ha reagito opponendosi. Ne è nata un’accesa discussione, a cui la guardia israeliana ha messo fine sparando al giovane falegname giordano. L’altro, che era un quotato medico giordano per cui il falegname aveva fatto i lavori, gli si è avvicinato per soccorrerlo e la coraggiosa guardia israeliana lo ha freddato.
(Trad. invictapalestina.org
Fonte: Http://www.haaretz.com/opinion/1.803684)

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