sabato 6 agosto 2016

La trappola curda e la divisione tra i curdi - Memed Aksoy

Il massacro di Qamishli perpetrato dallo Stato Islamico oggi, in cui almeno 44 persone sono state uccise e più di 150 sono rimaste ferite, ha portato ancora una volta alla luce la divisione tra i curdi.Alcuni ambienti hanno immediatamente affermato che se il KDP-S (Partito democratico del Kurdistan-Siria), che è la sezione del Rojava/Siria del KDP nel KRG (N.Iraq) era stato permesso di operare nel Rojava, questo attacco non sarebbe accaduto. Altri hanno reagito insinuando o detto apertamente che la Turchia e l’estensione del KDP potevano essere dietro questo terribile attacco per spingere ulteriormente il PYD in un angolo.Io stesso sono stato preso di mira da un tweeter troppo zelante per essere critico su ogni possibile uso dell’attacco per ottenere vantaggi politici o militari.Gli argomenti che ne derivano a scaricabarile che sono limitati a 140 caratteri non fa registrare alcuna progressione per il riavvicinamento tra curdi che sostengono diversi partiti politici, in particolare il KDP e il PKK.
Quello che trovo devastante di tutto questo è che i curdi sono ancora disposti a combattere tra di loro quando anche il sangue delle persone uccise deve asciugare.Devo costantemente ricordare a me stesso che è inevitabile che i curdi che non comprendono la ‘trappola curda’ fanno questo.Non è facile identificare e definire la ‘trappola curda’, perché è un concetto storico che è incorporato in esso,una complessa rete di relazioni tra le diverse parti del Kurdistan e il sistema regionale e internazionale che ha lo ha colonizzato.
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Essenzialmente la “trappola curda” è stata creata con la divisione del Medio Oriente per ostacolare i curdi ed impedire la loro libertà giocandoli contro gli stati in cui vivono e anche gli uni contro gli altri.Quindi, in estensione, oltre ad essere una trappola intra-curda la “trappola curda” è anche una trappola turca, araba, persiana e anche armena.Tuttavia poichè queste nazioni hanno riconosciuto gli stati, non sono a conoscenza che sono vittime della trappola e come nazioni dominanti, non sentono l’oppressione della trappola come i curdi.Ciò che di più non si rendono conto però, e che senza la libertà dei curdi, ci sarà una guerra perpetua,che indebolisce sia gli stati in questione, sia la società curda.L’essere costantemente in guerra lascia la maggioranza dei cittadini nel paese poveri, ma serve alle èlite dominanti di questi stati,che sono sempre in combutta con le loro controparti nell’arena internazionale, e usano i curdi come capro espiatorio per giustificare la loro corruzione ed il dispotismo contro la loro stessa gente.
La retorica nazionalista è sempre a portata di mano  per rendere i curdi obiettivo dei turchi, degli arabi e dei persiani.Le uniche lamentele poi sono che i curdi stanno dividendo o destabilizzando i loro paesi, che i curdi sono strumento delle potenze imperialiste o che i curdi sono inferiori e non meritano di essere liberi.Dare un esempio sul Kurdistan del Nord (S.E della Turchia) renderà il punto cui sopra più chiaro.
Il movimento di liberazione curdo (KFM),che include il PKK,sta lottando per l’autonomia democratica all’interno della Turchia e quello che chiama Kurdistan Confederale,che unisce le quattro parti ma non erige nuovi confini.È visto dai nazionalisti turchi come terrorista, organizzazione separatista al servizio delle potenze imperialiste;i religiosi vedono il movimento curdo come ateo,movimento pagano che è un pericolo laico per i loro loro “fratelli” sunniti curdi e strumento dei cristiani (Stati Uniti) ed ebrei (Israele);alcuni socialisti e comunisti lo hanno dichiarato nazionalista e perciò primitivo e non rivoluzionario lungo le linee di classe;alcuni aleviti lo vedono come un movimento sunnita che è un pericolo per la loro già minacciata esistenza;i liberali lo vedono come un gruppo radicale che è una minaccia al capitalismo neoliberale; alcuni curdi nazionalisti lo vedono come un movimento non Kurdistan che ha venduto il sogno di  uno stato curdo indipendente.Nel frattempo lo Stato turco, utilizzando molte sembianze, utilizza tutti questi gruppi contro il movimento curdo quando lo ritiene opportuno.
Aggiungendo a questo che la Turchia è uno stato della Nato e un alleato geostrategico anche di Russia ed Israele,e che questo non lascia spazio per il movimento curdo per sviluppare relazioni strategiche con qualsiasi altro ente statale-perchè il PKK è nell’infausta lista antiterrorismo-e si dispone di un punto stretto chiamato “trappola curda”.Il movimento curdo ha cercato di eludere questa trappola sviluppando legami strategici e di solidarietà con attori ed enti non statali progressisti,compresi i gruppi rivoluzionari e democratici di tutto il mondo, ma non è sufficiente in un sistema mondiale che si basa su stati.
L’esempio qui sopra gioca in modo simile nelle altre parti del Kurdistan e in relazione ad altri partiti.Le richieste dei curdi dell’autonomia, di federazione o della forma statale sono etichettati con la menzione di insidiose, irrealizzabili o pericolose per lo status quo.Perché l’indipendenza in una parte temono, porterà l’indipendenza in un altra, sconvolgendo l’equilibrio di potere e gi alleati nella regione.Questo è il perchè la Turchia che ha tentato di confinare le aspirazioni curde entro i confini del KRG,ha tale inimicizia verso il Rojava.E ‘anche per questo che il KRG -in modo specifico il KDP- che chiede l’indipendenza, sta calpestando una linea sottile tra l’essere coronata dal successo e dal seppellire le aspirazioni dei curdi in altre parti, soprattutto del Kurdistan del Nord(S.E. Turchia).
Questo è anche il luogo dove le contraddizioni e i conflitti tra il Movimento curdo e il KDP sono radicati.Mentre l’asse dell’alleanza politica del Movimento curdo in relazione agli stati è tattico (a breve termine),quello del KDP è strategico e le sue politiche sono su questo asse.Inoltre, e dovute in parte a questo, sono diametralmente opposte in termini ideologici e organizzativi.Anche se le alleanze del KDP significano che essi possono assicurarsi un certo sostegno internazionale per il KRG o per la causa curda,significa anche una debolezza e limitazione di agire in altri casi.Al contrario, considerando che il movimento curdo è più libero nelle sue azioni, è meno ben collegato e può essere isolato dalle potenze internazionali. Questo naturalmente è un altro elemento della “trappola curda”.
E così torniamo al principio, per Rojava, dove i curdi stanno cercando di non cadere in questa trappola, ma anche lottando a causa di tutte le forze storiche e attuali accatastati contro di loro.Stanno cercando di costruire un sistema che non rientra nelle molteplici trappole che compongono la ‘trappola curda’: il nazionalismo, il fanatismo religioso, lo statalismo, l’imperialismo, il capitalismo e il sessismo.Nonostante questo non ricevono il sostegno che meritano, non solo da organizzazioni internazionali e l’opinione pubblica, ma anche dai curdi, i loro fratelli.Molte persone non si rendono conto, ma il successo del Rojava non è solo una vittoria per i curdi e il Kurdistan, ma per tutto il Medio Oriente: i suoi popoli,le sue culture,le religioni e la civiltà.E ‘indispensabile che i curdi comprendano la trappola che è stata creata per loro e per i loro vicini,e si muovano con cautela in Medio Oriente.Non abbiamo concordare su tutti i punti, sulla politica o sulle azioni da parte dei partiti politici e delle organizzazioni in cui siamo impegnati o che sosteniamo.Ma noi dobbiamo rispettare l’altro, discutere con sfumature e sviluppare la solidarietà con i cittadini che lottano per la giustizia e l’uguaglianza.L’alternativa è quella di continuare a combattere con gli altri e quelli che riteniamo i nostri nemici, ma che sono i nostri vicini e le persone con cui continueremo a vivere fianco a fianco con che ci piaccia o no (esclusi IS ei jihadisti per procura).In un certo senso tutti noi abbiamo un piede nella “trappola curda” e se non stiamo molto attenti continueremo ad impigliarsi e a riprodurla  fino a che il nostro Paese,le nostre risorse saranno esaurite.
di Memed Aksoy
*Attivista curdo

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