domenica 22 maggio 2016

L'onestà non può essere regola politica se a dominare è il capitalismo - Giorgio Cremaschi


I veri disonesti, cioè coloro che mettono il proprio interesse personale davanti a tutto, non possono comprendere i veri onesti, cioè coloro che sono disposti a sacrificare quell'interesse di fronte a principi e valori.

Per i disonesti, gli onesti devono avere per forza un secondo fine, inconfessabile e nascosto dal rigore dei comportamenti.

Per i disonesti. è impossibile che questo secondo fine non ci sia, perché essi misurano gli altri secondo sé stessi. Ma anche gli onesti non riescono a capire i loro opposti. Perché essi non riescono a credere che si possa agire per puro interesse personale, hanno in mente sé stessi e perciò attribuiscono ai disonesti fini buoni reconditi, che magari si lamentano di non riuscire a capire.

Questa dialettica dell'animo umano, tra persone e nelle persone, diventa patologica quando vien assorbita dal potere.

Se il potere economico e politico mette l'interesse personale davanti a tutto, la disonestà diventa sistema. E l'ipocrisia di cui i disonesti accusano gli onesti diviene la facciata ufficiale delle relazioni umane, facciata dietro alla quale i disonesti per primi si rifugiano.

Se il sistema economico e politico mette il successo personale davanti a tutto e premia i vincenti e irride i perdenti - perdente, looser, è l'insulto dilagante oggi negli USA - non possono che essere i disonesti a comandare. E gli onesti, anche quando si ribellano, possono solo affidarsi al miglior disonesto, a colui che meglio li inganna giocando sulla loro naturale disposizione a credere che ci sia sempre un fine buono anche nelle peggiori porcherie.


Per questo la pura onestà non può essere programma politico...

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