martedì 15 marzo 2016

Homeland - Cory Doctorow

se la realtà non fosse quella che è Homeland sarebbe un libro d'anticipazione.
intanto sai che sono esistiti ed esistono Aaron Swartz, Edward Snowden, Wikileaks e Julian Assange, e allora il libro è quasi solo una cronaca in forma di romanzo, un gran bel romanzo che non ti fa annoiare.
il mondo è difficile, resistere è difficilissimo, e però necessario, per evitare o ridurre l'immensità del Grande Fratello immaginato da Orwell.
ci sono dei compromessi, delle minacce, delle paure, e però Marcus e i suoi amici resistono.
e poi l'altro giorno leggo questa notizia (ma tu leggila dopo aver letto il libro) e la realtà e il romanzo non li distingui più.
un libro da non perdere, per capire meglio i nostri tempi.
intanto ho capito una cosa, se torno a nascere voglio essere un hacker, è sicuro.

buona lettura - franz

ps: come si fa a non voler bene a uno che ha chiamato la figlia Poesy Emmeline Fibonacci Nautilus Taylor?




…In Homeland sono passati alcuni anni e le cose non sono migliorate: l'economia della California è vicina al collasso e Marcus è diventato un webmaster, finché non riappare dal nulla Masha, una sua vecchia fidanzata, che gli consegna un pendrive pieno di documenti che dimostrano le brutalità del governo (di cui lo stesso Marcus è stato vittima). Masha viene a sua volta rapita e la situazione precipita, costringendo Marcus a difficili scelte mentre altri agenti governativi si mettono sulle sue tracce.
tta come terrore significa che saremo sempre sul piede di guerra, una situazione in cui ogni dissenso diventa tradimento, in cui la giustizia diventa caotica e inspiegabile, e il rapporto tra uno Stato e i suoi cittadini diventa sempre più militarizzato. Questa situazione è frutto di una serie di crisi in gran parte invisibili... Volevo scrivere una storia che aiutasse i giovani a vedere questo invisibile, onnipotente stato di crisi"…
Doctorow non ha mai negato di essersi ispirato, per il suo romanzo, alla figura di Aaron Swartz, giovane programmatore e attivista morto suicida lo scorso gennaio, e di cui era molto amico: "L'ho conosciuto quando aveva quattordici anni e stava contribuendo a codificare RSS, uno degli standard cruciali della rete. Dopo ha personalmente contribuito a rendere free gran parte del compendio legislativo americano, che era disponibile per i cittadini solo a pagamento. [...] Quando ho iniziato Homeland sapevo che sarebbe ruotato sulle nuove strategie politiche basate sull'alta tecnologia. Aaron era l'unico che ne sapeva abbastanza di entrambe, e il suo contributo è stato grande. Dopo lui e Jacob Appelbaum (il fondatore di Wikipedia) hanno scritto le postfazioni al libro; una specie di lettera a versioni più giovani di sé stessi".

In effetti ciò che ha spinto Doctorow a scrivere un nuovo romanzo è la percezione che la sua descrizione della "realtà" di X sia sempre più prossima: "Dichiarare guerra a una parola astratta come terrore significa che saremo sempre sul piede di guerra, una situazione in cui ogni dissenso diventa tradimento, in cui la giustizia diventa caotica e inspiegabile, e il rapporto tra uno Stato e i suoi cittadini diventa sempre più militarizzato. Questa situazione è frutto di una serie di crisi in gran parte invisibili... Volevo scrivere una storia che aiutasse i giovani a vedere questo invisibile, onnipotente stato di crisi"…

Sono un “vecchietto” (67 anni) che ama molto la scienza ma poco la sua cuginetta tecnologia: dunque non sono la persona più indicata per ragionare con Doctorow e con Jacob Appelbaum di Wikileaks e con Aaron Swartz (di Demand Progress e co-fondatore di Reddit.Com) – i quali scrivono in coda al libro – e in caso contraddirli sulle potenzialità di Internet, sul software libero, sul Coica per censurare i siti Web, su «una marmaglia di ragazzini che ferma una delle forze più potenti di Washington solo scrivendo sui propri laptop» (io a malapena so cos’è un laptop), su Gnu-Linux, su Creative Commons, su The Pirate Party, su Rootstrikers eccetera. Su tutto ciò chiederò a miei giovani amici antisistema e intelligentemente tecnofili – per esempio un paio di Andrea, Barbara R., un Davide, Francesco Dec., un paio di Marco, Roberto e Valentina se siete in ascolto fate un fiiiischio – di ragguagliarmi e magari di intervenire qui in “bottega”. E siccome poco so di movimenti come Occupy negli Usa o delle tecniche per reprimerli ma anche di altre “americanate” chiedo (a chi ne sa) di spiegarmi – e magari di raccontare in bottega – informazioni intorno a «grassroats» e «astroturf», tanto per dire due, che ho intravisto nel romanzo. E poi vi prego-vi prego: giuratemi che esiste il «Burning Man», voglio andarci,
Intanto, giovani e vecch* che passate di qui datemi retta: leggete al più presto «Homeland», è un bel romanzo ma anche «un inno all’attivismo, al coraggio, al desiderio di rendere il mondo un posto migliore»...

dice Cory Doctorow:
Proprio come, una volta che Google ha tutta la nostra posta, è inevitabile che il governo voglia leggerla, allo stesso modo, quando ci sarà una videocamera in ogni stanza, la tentazione dei governi di trovare il modo di accenderle ogni volta che vogliono sarà sfrenata. E lo stesso farà la mafia. Anche se pensate che il vostro governo non sia corrotto, sappiate che proverà comunque la stessa tentazione. Finché questi dispositivi saranno interamente costruiti in modo da impedire alle persone normali l’accesso, la spinta a farne cattivo uso sarà enorme. Questo però significa anche che la spinta verso un cambiamento delle politiche diventerà più forte che mai. Ci aspetta un futuro in cui ci saranno due forze opposte in contrasto, e noi dobbiamo combattere per far sì che il risultato finale sia più vicino ai nostri desideri…

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