sabato 12 dicembre 2015

ricordo di John Trudell

Addio a John Trudell (dell’Associazione Hunkapi di Genova)

L’8 dicembre John Trudell (cantautore, poeta e attivista Santee), dopo aver combattuto la sua ultima battaglia con una malattia implacabile, ci ha lasciato. Nel 1994, durante una intervista rilasciata a Paola Igliori e pubblicata nel libro «Stickman» (Selene Edizioni) John, interpellato su come vedesse la sua morte, così rispose: «Fa parte della vita. La morte è una parte della vita, una parte naturale. Non penso alla mia morte. Accetto che arriverà un tempo in cui lascerò questa realtà, perché soffermarsi su questo? Perché fare giochi mentali? Il contesto dove si pone la domanda è quello di una società religiosa e civilizzata in cui il concetto di morte riguarda la paura. Tutto quello che so è che entriamo in questa realtà e la lasciamo. Quello che tu chiameresti nascere e morire. Nascita e morte. Secondo me, noi entriamo e usciamo da questa realtà come parte di una continuità della nostra vita naturale. Il concetto di nascita e morte in una mentalità industrializzata non riguarda la continuità, non lo spirito, è qualcosa di materiale. Quindi accetto che arrivi, cercando di affrontarlo per quello che realmente è. E’ un cambiamento di mondi e la gente che amo ha già fatto questo cambiamento, così è qualcosa che non devo temere».
Ora che il cambiamento è arrivato, a noi non resta altro che augurarti buon viaggio verso la gente che ami e onorarti per ciò che ci hai dato in questa realtà.
Le tue ultime parole sono state: «My ride showed up, Celebrate Love, Celebrate Life»; le terremo a mente! Ma a noi piace pensarti ancora dietro al motore, mentre fai correre via la macchina a vapore e che ci giunga un giorno ancora la notizia di una locomotiva, come una cosa viva, lanciata a bomba contro l’ingiustizia, lanciata a bomba contro l’ingiustizia.
Goodbye John

Cuore di tuono si è fermato – Marco Cinque

Scompare all’età di 69 anni, il sioux-santee John Trudell, poeta, cantante, attore e attivista per le minoranze native americane. La sua musica era amata da Bob Dylan e i suoi discorsi erano odiati dall’Fbi, che non esitò a perseguitarlo ed è da molti ritenuto il vero responsabile dell’incendio che sterminò tutta la sua famiglia nel 1979
L’8 dicembre scorso, dopo una lunga malattia, è morto John Trudell, nativo americano Sioux-Santee, conosciuto come poeta, cantautore, attore e attivista per le minoranze indigene. Era nato in Nebraska il 15 febbraio del 1946 ed era cresciuto nella riserva indiana Santee, al confine con il Sud Dakota. Il tumore che gli ha preso la vita si è portato via anche un simbolo, un riferimento, un pezzo importante di storia della resistenza cinquecentenaria dei popoli nativi americani.
La storia di John Trudell vale la pena di essere ricordata, perché piena di avvenimenti importanti e anche tragici, che ne hanno segnato profondamente il percorso umano, politico e artistico. A 17 anni lasciò la scuola per arruolarsi in Marina e, come tanti altri nativi americani discriminati come cittadini ma apprezzati come carne da macello, partì per il Vietnam. Poi, nel 1967, abbandonò la carriera militare.
La rivolta di Alcatraz
Trudell abbracciò l’impegno civile prendendo parte alla storica occupazione dell’isola di Alcatraz, nel 1969, assieme a migliaia di altri nativi americani di tutte le tribù, per denunciare i diritti calpestati delle popolazioni indigene. Trudell fu anche una delle voci più alte che testimoniavano quotidianamente quel che accadeva ad Alcatraz, in una trasmissione radiofonica notturna. L’occupazione andò avanti fino al 1971, ma i media e i politici di allora insabbiarono quella rivolta pacifica, facendo di tutto per distogliere l’attenzione da quelle sacrosante rivendicazioni.
Nel frattempo Trudell era diventato uno degli esponenti di spicco dell’Aim (American Indian Movement). Nel 1974, quando era presidente nazionale del Movimento, durante una riunione di preparazione per la Conferenza intertribale dei trattati, Trudell parlò dei mutamenti che dovevano prodursi in seno al movimento stesso, affinché diventasse possibile ottenere risultati positivi per i popoli nativi. E non erano mutamenti da poco: «Dobbiamo abituarci a pensare in termini di comprensione e amore — affermò nel suo discorso -. Invece siamo caduti nella rete dell’odio contro l’uomo bianco. Per quello che ci ha fatto. E quest’odio affiora spesso. Ma è necessario che cominciamo a capire i sistemi del colonialismo. I sistemi usati dai bianchi per sfruttarci e tenerci sotto il loro potere. Il nostro nemico non sono gli Stati uniti. Il nostro nemico non è il singolo uomo bianco. Il nostro nemico è l’uomo bianco nella sua collettività sociale. Ci vendono i fucili e ci guadagnano sopra. Ci hanno ridotto al punto di poter profittare delle nostre paure e delle nostre emozioni. E pensano ancora di poterci insegnare qualcosa con i loro manganelli, i loro fucili e le loro bibbie. Ma se studiate la loro strategia generale vedrete che essi approfittano della nostra militanza e del nostro spirito per cercare di separarci e isolarci dal resto della nostra gente.. A me pare che quando succede un fatto come Wounded Knee gli uomini bianchi che sono dalla nostra parte dovrebbero prendere loro stessi il fucile e battersi contro gli altri bianchi».
Inevitabilmente Trudell finì sul libro nero dell’Fbi, che su di lui aprì un fascicolo di ben 17mila pagine. Ormai gli era stata dichiarata una guerra aperta, totale. Ma il peggio per lui purtroppo doveva ancora arrivare. Nel 1979 si trovava a Springfield, a capo di una manifestazione contro le intimidazioni e la violenza esercitate dall’Fbi contro le popolazioni native. Venne bruciata una bandiera americana, vennero intonati cori di protesta e ci furono scontri in seguito ai quali Trudell venne ferito e poi arrestato.
Dodici ore dopo la dimostrazione, mentre era recluso nell’infermeria del carcere, ignoti appiccarono il fuoco alla sua casa, uccidendo sua moglie Tina, che era incinta, i loro tre figli piccoli e la madre di lei. Fu tutto archiviato come «incendio accidentale», ma per molti quel massacro aveva un nome e un mandante, cioè l’Fbi, solo che era impossibile da perseguire giuridicamente per l’ovvia mancanza di prove e testimoni.
Trudell finì letteralmente spezzato da quella vicenda, smise i panni della protesta attiva e lasciò che nuovi linguaggi emergessero, sia per lenire le sue ferite interiori che per continuare a denunciare l’ingiustizia. Scoprì così nella poesia un nuovo modo di comunicare il suo pensiero: «Il chiudere le vostre porte / non ci chiuderà mai fuori / il chiudere le vostre porte / può solo chiudervi dentro», ricordavano i suoi versi.
E dal successivo incontro con Jackson Browne, che poi divenne suo produttore, nacque un’interazione tra poesia e musica, un incontro fra tradizione e blues. Già il suo secondo album, Aka as Graffiti Man, nel 1986 venne definito da Bob Dylan «il miglior disco dell’anno». Da allora John Trudell ha continuato ad affiancare l’attività poetica e musicale a quella politica e oggi la sua discografia conta ben 16 album. L’anno scorso gli è stato assegnato il Premio Tenco, nell’edizione dedicata alle «Resistenze».
Negli anni ’90, per la prima volta, si sperimenta anche come attore, nel film diretto da Michael Apted, uscito nel 1992, Cuore di tuono, dove Trudell interpreta praticamente se stesso nel ruolo dell’attivista Kimmy Doppio Sguardo. Nel cast figuravano anche attori come Val Kilmer, Graham Greene e Sam Shepard. Lo stesso Apted l’anno precedente aveva girato un altro documentario, Incident a Oglala, che narrava la storia del lakota-cippewa Leonard Peltier, storico prigioniero politico ed emblema dei nativi americani finiti ingiustamente in carcere. Poi, nel 2005, dopo dieci anni di lavorazione, viene presentato al Sundance Festival un film biografico intitolato Trudell e diretto dalla regista Heather Rae.
Quella volta che incontrai a Roma Trudell, nel 1999, lui era in Italia per una serie di concerti e doveva esibirsi con la sua band al Big Mama. Lo avvicinai e gli parlai dei miei corrispondenti nativi americani prigionieri nel braccio della morte, chiedendogli se si potesse fare qualcosa per il vecchio cherokee Ray «Running Bear» Allen (la cui vicenda fu seguita ampiamente dal “manifesto”), che aveva avuto la data d’esecuzione segnata sul calendario. Lui mi squadrò, quasi come stesse facendo una radiografia alla mia anima, poi disse semplicemente: «Tra la prima e la seconda parte del concerto, sali sul palco, hai il mio appoggio totale e tutto il tempo che vuoi per fare l’appello in sostegno di Running Bear».
Sopra l’albero di Natale
John Trudell ci lascia ora alle soglie del nostro Natale cristiano, che per il suo popolo è anche il Natale dell’invasore e dell’oppressore.
Così ci piace ricordare alcuni versi di una sua poesia tratta dal libro “Stickman” pubblicato in Italia nel 1995 con le edizioni Selene e intitolata proprio Per l’albero di Natale: «L’invasore dà inizio alla sua purificazione invernale /con il Natale /dice che è per onorare Cristo /che egli ha ucciso, il principe della pace /è ora onorato con il sacrificio degli alberi /gli assassini con le loro asce ti ammazzano parente mio /e poi ti elettrificheranno con luci e decorazioni / … la felicità degli invasori sembra senza profondità /il loro Natale è solo il dono dei regali e l’uccisione degli alberi /la pace condivisa è perduta nel vendere e nel comprare /per loro vi è sempre un prezzo /e questo è quello che pagano per il tuo inutile sacrificio…».




 

Bombs over Baghdad


Bombs over Baghdad, Bombs over Baghdad
Bombs over Baghdad, Dancers of Death
Murder in the air, with the next breath
Macho Queens selling war-makers toys
Raining Destruction, Good Old Boys
Death Bringer In Queen George's Eyes
Read his lips, war-maker lies
Religious Rights revenging sword
Thou shalt kill in the name of the Lord
The Sheep and the Cattle can't keep from milling
Some are more than ready some aren't willing
Volunteering in what they're not dying for
The Young Republican Guard crying for war.
Free speech as free as its thought
Controlled behavior reacts as its taught
Fighting for Peace can't comprehend
Hate out of love is violent pretends

Bombs Over Baghdad, Bombs Over Baghdad
Bombs Over Baghdad, Bombs Over Baghdad

Vampires drinking blood and oil cocktails
Their violence works it hardly ever fails
When blind man can't see he believes blind
Blind obedience is the child of mindless minds

New world order is an old world lie.
Fighting for peace, see how they die.
Dragging in God, as they turn violent.
God says nothing, he just remains silent.

Stop madmen from running loose.
Mother earth woman cant take the abuse
living right now is living for tomorrow
Time is saying there's no more time tomorrow

Vampires drinking blood and oil cocktails
Their violence works it hardly ever fails
Bombs over Baghdad Dancers of Death
Murder in the air with the next breath

Macho Queen war-maker toys
Raining destruction Good Old Boys
New world order is a whole world lie.
Fighting for peace, watch them all die.
Dragging in God, as they turn violent.
God says nothing, he just remains silent.

Bombs over Baghdad, Dancers of Death
Bombs over Baghdad, Dancers of Death
Bombs over Baghdad, Dancers of Death
Bombs over Baghdad, Dancers of Death
Bombs over Baghdad


(qui con i sottotitoli in italiano)


Versione italiana (di Kiocciolina)
BOMBE SU BAGDAD
Bombe su Bagdad, Bombe su Bagdad
Bombe su Bagdad, Danzatrici di Morte
Omicidio nell'aria, con il prossimo fiato
Macho Queens che vendono giocattoli per fare la guerra
Distruzione piovente, Buoni Vecchi Ragazzi
Portatore di Morte negli Occhi della Regina George
Leggi le sue labbra, menzogne guerrafondaie
Diritti Religiosi rivendicanti la spada
Dovresti uccidere in nome di Dio
Le Pecore e i Bovini non possono fare a meno di ruminare
Alcuni sono più che pronti, alcuni non ne hanno la volontà
Per reclutarsi in ciò per cui non stanno morendo
La Giovane Guardia Repubblicana che piange per la guerra.
Libertà di espressione, libera come il pensiero
Comportamento controllato, reagisce all'insegnamento
Lottando per la Pace, non si può comprendere
L'odio che si sprigiona dall'amore è una violenta finzione

Bombe su Bagdad, Bombe su Bagdad
Bombe su Bagdad, Bombe su Bagdad

Vampiri bevitori di sangue e di cocktail al petrolio
La loro violenza funziona, difficilmente fallisce
Quando il cieco non riesce a vedere, crede di essere cieco
L'obbedienza cieca è la figlia delle menti noncuranti

Il nuovo ordine mondiale è una vecchia menzogna mondiale.
Lottando per la pace, guarda come muoiono.
Tirando in ballo un Dio, mentre si diventa violenti.
Dio non dice nulla, rimane semplicemente in silenzio.

Fermate i folli dal correre a briglie sciolte.
Madre terra, la donna non può subire abusi
vivere adesso vuol dire vivere per il domani
Il tempo sta dicendo che non c'è più tempo per un domani

Vampiri bevitori di sangue e di cocktail al petrolio
La loro violenza funziona, difficilmente fallisce
Bombe su Bagdad, Danzatrici di Morte
Omicidio nell'aria, con il prossimo fiato
Macho Queens che vendono giocattoli per fare la guerra
Distruzione piovente, Buoni Vecchi Ragazzi
Il nuovo ordine mondiale è una vecchia menzogna mondiale.
Lottando per la pace, guardali morire tutti.
Tirando in ballo un Dio, mentre si diventa violenti.
Dio non dice nulla, rimane semplicemente in silenzio.

Bombe su Bagdad, Danzatrici di Morte
Bombe su Bagdad, Danzatrici di Morte
Bombe su Bagdad, Danzatrici di Morte
Bombe su Bagdad, Danzatrici di Morte
Bombe su Bagdad




 


Crazy Horse


We Hear what you say
One earth one mother
One does not sell the earth
The people walk upon
We are the land
How do we sell our mother
How do we sell the stars
How do we sell the air
Crazy Horse
We hear what you say

Too many people
Standing their ground
Standing the wrong ground
Predators face he possessed a race
Possession a war that doesn't end
Children of god feed on children of earth
Days people don't care for people
These days are the hardest
Material fields material harvest
decoration on chains that binds
Mirrors gold the people lose their minds
Crazy Horse
We Hear what you say
One earth one mother
One does not sell the earth
The people walk upon
We are the land
Today is now and then
Dream smokes touch the clouds
On a day when death didn't die
Real world time tricks shadows lie
Red white perception deception 
Predator tries civilising us
But the tribes will not go without return
Genetic light from the other side
A song from the heart our hearts to give
The wild days the glory days live

Crazy Horse
We Hear what you say
One earth one mother
One does not sell the earth
The people walk upon
We are the land
How do we sell our mother
How do we sell the stars
How do we sell the air

Crazy Horse
We hear what you say


Crazy Horse
We hear what you say
We are the seventh generation
We are the seventh generation


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