giovedì 31 dicembre 2015

Non volevamo fare danni ambientali

Gli USA un anno fa hanno formato una coalizione per distruggere ISIS. Un mese fa  l’ex vice direttore della Cia Michael Morell ha dichiarato a  Charlie Rose sulla PBS che la ragione per cui gli Stati Uniti prima di novembre non hanno mai colpito le autocisterne e l’ infrastruttura petrolifera (vera linfa vitale per lo  Stato Islamico) è stato perché ”Non volevamo fare danni ambientali, e non volevamo distruggere tale infrastruttura“.
Solo dopo gli attacchi  terroristici nel mese di novembre in Francia sono cominciati anche gli attacchi della coalizione a guida USA. Questa nuova iniziativa e tuttora in corso ma non senza limiti e ambiguità  (come il lancio manifestini di avviso 45 minuti prima degli attacchi,  in alcuni casi il bombardamento anche delle forze siriane e irachene, rifornimento di armi ai ribelli jadisti).
In altre parole, la colpa delle recenti di attività terroristiche  è da ricercare nella posizione  di Obama di evitare di inquinare l’atmosfera con i residui tossici delle infrastrutture ISIS distrutte.
Morell ha anche detto che c’è un’altra ragione per cui le infrastrutture di estrazione e di raffinazione del petrolio non sono state distrutte: è per evitare che esse fossero definitivamente sottratte dall’utilizzo da parte del popolo siriano.
Onestamente, dopo un periodo di 5 anni di sedizione e annientamento messo in atto dagli USA e dai suoi alleati contro la Siria, sentire queste motivazioni fa letteralmente paura per la sorte del mondo: sembra governato da pazzi.
In realtà del funzionamento delle infrastrutture petrolifere ne ha beneficiato solo ISIS, la Turchia e occidente: non certo il governo siriano nelle cui mani non era previsto certo il ritorno…

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