lunedì 2 novembre 2015

La buona scuola al servizio delle banche - Matteo Saudino

Dovrei essere in classe a spiegare Guglielmo da Ockham (filosofo geniale della fine della scolastica), invece sono qui in aula magna a compilare il registro elettronico (e a scrivere su facebook!) perchè la mia quarta è obbligata a partecipare ad un incotro con la fondazione San Paolo, in cui uno sfigato hipster spiega loro come ottenere allettanti borse di studio e finanziamenti a fondo perduto (e magari ad aprire un conto corrente da loro). Che bravi questi banchieri e che inutili questi professori.
Ovviamente sono stato uno dei pochi professori ad opporsi a tale progetto (?!), ricordando addirittura (che patetico moralista e pacifista) che la San Paolo è una delle principali banche italiane che investe in armi (sapete quelle cose con cui si uccide e si fanno le guerre).
Io non sto più zitto (in realtà non lo sono mai stato, come mi ricorda sempre mia madre). Ho quarantadue anni, ho una compagna e due figli, sono un semplice insegnante a salario fisso, ma non sono in vendita e non voglio che la scuola pubblica diventi un luogo nel quale aziende e istituti di credito vengano a farsi pubblicità e a realizzare profitto.

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