domenica 11 ottobre 2015

sulla bombe in Turchia

Quando le forze pacifiche d'opposizione riescono a ottenere un buon successo alle elezioni, quando fanno una bella e pacifica manifestazione in piazza, quando i potenti cominciano a vacillare, una manina fa scoppiare la bomba.
Muoiono in molti, la piazza vuota dopo l'attentato ricorda una qualsiasi piazza italiana degli anni '70, piena di cartacce, indumenti, bandiere, dopo la bomba. Il governo farà pulizia, intanto parla di attacco terroristico, si proporrà di ristabilire l'ordine, magari i suoi investigatori scopriranno che le bombe le hanno messi i nemici dei loro nemici.
La Turchia è un paese amico dell'Italia, che manifesterà la solidarietà a Erdogan, per il grave danno alla democrazia, e si indignerà, un minuto appena, per i giornalisti arrestati, ma non si può criticare un paese amico, il momento è grave, se li hanno arrestati qualcosa avranno fatto e certe copertine e certe critiche giornalistiche sono un po' terroristiche, in effetti. Per fortuna, ci diranno, il nostro è un paese nel quale non possono succedere queste cose, visto che non esiste l'opposizione.

2 commenti:

  1. Erdogan è un mostro, eppure a tutti fa comodo tenerselo come amico. Disgustoso.

    RispondiElimina
  2. aveva iniziato come uno tranquillo, prudente, moderato, sembrava un leader democristiano degli anni ''50-'60, poi è diventato, se non lo era già, uno in mano ai militari, che capiscono le armi e le bombe, non i compromessi del vivere civile, una specie di Mussolini/Kissinger turco (avevi letto: http://stanlec.blogspot.it/2015/10/il-nemico-del-mio-nemico.html ?)

    RispondiElimina