lunedì 3 agosto 2015

Coro di ipocriti - Zvi Schuldiner

Appic­care il fuoco a una casa, bru­ciare vivi un neo­nato — che è morto -, e sua madre e la sorel­lina — che lot­tano per la vita -, è orri­bile. Ma atten­zione all’ipocrisia domi­nante, alle con­danne ver­bali prive di contenuto. Il mini­stro dell’educazione israe­liano Naf­tali Ben­nett con­danna il cri­mine; è ter­ro­ri­smo, è inac­cet­ta­bile. Il mini­stro dimen­tica che fra i saggi rab­bini che creano e ali­men­tano lo spi­rito del suo par­tito, c’è Dov Lior.
I let­tori del mani­fe­sto, così come i miei alunni e la mag­gio­ranza degli israe­liani non neces­sa­ria­mente cono­scono il libro The Law of the King, nel quale due saggi rab­bini ana­liz­zano i diversi pos­si­bili punti di vista sull’attualità, e quando e come sia pos­si­bile ucci­dere non ebrei, bam­bini compresi…Lior spiega, nella breve pre­fa­zione – che nel lin­guag­gio reli­gioso si chia­me­rebbe let­tera di accordo, una sorta di avallo o giu­sti­fi­ca­zione -, come si tratti di un libro impor­tan­tis­simo; e si dice felice della pub­bli­ca­zione di una base reli­giosa in grado di gui­darci nell’attualità attra­verso l’esegesi di impor­tanti norme reli­giose. Meglio non defi­nire quel testo; è un mani­fe­sto raz­zi­sta, anti­de­mo­cra­tico, criminale…
È cro­naca recente l’attacco di un fana­tico con­tro i par­te­ci­panti alla sfi­lata gay a Geru­sa­lemme. Una delle vit­time accol­tel­late è in peri­colo di vita. Tutti con­dan­nano, ma dimen­ti­cano che l’incitamento alla vio­lenza fa ormai parte della nostra esi­stenza quo­ti­diana. Oggi è «orri­bile e depre­ca­bile», ma una parte delle orga­niz­za­zioni che hanno isti­gato ad azioni con­tro i par­te­ci­panti al gay pride di gio­vedì sono le stesse che sobil­lano attac­chi con­tro gli arabi e i pochi mili­tanti della sini­stra rimasti.
A Geru­sa­lemme le aggres­sioni ai pale­sti­nesi fanno parte della rou­tine quo­ti­diana. Chi le condanna?
Il coro nazio­nale, in testa a tutti il nostro grande primo mini­stro, deplora il rogo. Un atto di ter­rore, un cri­mine, inac­cet­ta­bile. Faremo tutto quanto è neces­sa­rio per cat­tu­rare i col­pe­voli. Il coro è forte, le parole volano alte, tutti siamo sod­di­sfatti e cer­ta­mente fuori di Israele molti si mera­vi­gliano per la grande prova di etica e demo­cra­zia da parte dei nostri governanti.
Ucci­dere, bru­ciare un bimbo è certo ter­ri­bile. Ma non sem­pre. Cosa rispon­de­reb­bero il coro nazio­nale e gli imbe­cilli che dichia­rano ami­ci­zia a Israele in Europa se faces­simo una domanda molto sem­plice: di che colore era il san­gue dei circa cin­que­cento bam­bini che le forze israe­liane hanno ucciso l’anno scorso, nell’ultima guerra di Gaza? Sì, guerra.
Certo si parla di difesa…hanno ucciso set­tanta sol­dati israe­liani e sei o sette civili, fra i quali un bel­lis­simo bam­bino. Ma l’esercito più morale del mondo ha ammaz­zato oltre due­mila pale­sti­nesi e rico­no­sce che parte dei morti non erano ter­ro­ri­sti ma effetti col­la­te­rali della logica della guerra.
Non mi emo­ziono gran­ché ascol­tando tutti gli ipo­criti che giorno dopo giorno creano il ter­reno fer­tile nel quale ven­gono semi­nati cri­mini come l’attacco con­tro la sfi­lata dell’amore omo­ses­suale, gio­vedì, o il rogo e l’assassinio in una casa pale­sti­nese, adesso. Israele è in preda a un cre­scente raz­zi­smo, fomen­tato e appro­vato dai cori­fei del fon­da­men­ta­li­smo reli­gioso nella sua ver­sione nazio­na­li­sta, insieme agli ultra­na­zio­na­li­sti di destra. La loro reto­rica è la base che induce le bande di attacco a met­tere in pra­tica i mes­saggi dei ver­tici, sem­pre avvolti nella dema­go­gia nazio­na­li­sta stile «siamo l’unica demo­cra­zia e lot­tiamo per la sopravvivenza».
Respi­riamo, man­giamo, viviamo in un momento tra­gico per la società israe­liana, una società i cui lea­der evo­cano strom­baz­zando ogni giorno peri­coli esterni, men­tre get­tano le basi del raz­zi­smo colo­nia­li­sta che è la base del nostro domi­nio nei ter­ri­tori occu­pati. Quat­tro milioni di pale­sti­nesi chiusi nell’enorme car­cere gestito dalla «unica demo­cra­zia del Medio Oriente».
Quando i poli­tici locali par­lano e star­naz­zano, quando i poli­tici occi­den­tali mani­fe­stano loro sim­pa­tia, biso­gne­rebbe chie­dere a tutti chi ali­menta le fiamme di un raz­zi­smo nazio­na­li­sta che ha ucciso a Gaza cen­ti­naia di bam­bini — per mano dell’esercito rego­lare — e che ieri ne ha bru­ciato vivo un altro, per mano di qual­che ter­ro­ri­sta creato dalla sacra unione fondamentalista-nazionalista.
(tra­du­zione di Mari­nella Correggia)

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