martedì 9 giugno 2015

Decalogo dello scrittore - Augusto Monterroso

Primo.
Quando hai qualcosa da dire, dillo; se non hai nulla da dire, dillo lo stesso. Scrivi sempre.
Secondo.
Non scrivere mai per i tuoi contemporanei, e men che meno per i tuoi antenati. Fallo invece per i posteri, epoca in cui sarai indubbiamente famoso. Del resto, si sa che la posterità rende sempre giustizia.
Terzo.
Non ti dimenticare, per nessuna ragione, del famoso detto: “in letteratura non c’è nulla di scritto”.
Quarto.
Quello che puoi dire con cento parole, dillo con cento parole; quello che puoi dire con una, una. Non usare mezzi termini; quindi, non scrivere mai nulla che abbia cinquanta parole.
Quinto.
Benché non sembri, scrivere è un’arte; essere scrittore significa essere un artista, come l’artista del trapezio, o il lottatore per antonomasia, cioè colui che lotta con la lingua; preparati alla lotta, giorno e notte.
Sesto.
Fai tesoro di tutti gli svantaggi, come l’insonnia, la prigione o la povertà; il primo di essi ha reso Baudelaire uno scrittore, il secondo Pellico e il terzo ciascuno dei tuoi amici. Insomma, non dormire come Omero, evita la vita tranquilla di Byron e cerca di non guadagnare quanto Bloy.
Settimo.
Non inseguire il successo. Il successo distrusse Cervantes, ottimo romanziere … fino al Quijote. E per quanto il successo sia in fin dei conti inevitabile, cercati qualche fallimento, di tanto in tanto, perché i tuoi amici possano intristirsi un po’.
Ottavo.
Cerca di avere un pubblico intelligente, ovvero composto da ricchi e potenti. In questo modo non ti mancheranno né la comprensione né la voglia di andare avanti, che emana spontaneamente da queste due sole fonti.
Nono.
Credi in te stesso, ma non tanto; dubita di te stesso, ma non tanto. Quando hai dei dubbi, credi; quando credi, dubita. In questo risiede l’unica vera saggezza che può accompagnare uno scrittore.
Decimo.
Cerca di dire le cose in modo tale che il lettore senta sempre che in fondo è molto più intelligente di te. Ogni tanto fai veramente in modo che lo sia; però, per riuscirci, dovrai essere più intelligente di lui.
Undicesimo.
Non ti dimenticare i sentimenti dei lettori. Generalmente, è ciò che di meglio possono offrire; non come te, che ne hai pochi, perché in caso contrario non vorresti essere scrittore.
Dodicesimo.
Un’altra volta il lettore. Quanto meglio scriverai, più persone ti leggeranno; e quante più opere raffinate saprai dare al tuo pubblico, tanto più i tuoi lettori ambiranno le tue creazioni; se scrivi per i mediocri non sarai mai popolare, nessuno ti importunerà per strada o ti indicherà col dito al supermercato.
L’autore offre allo scrittore la possibilità di scartare due di questi enunciati, e di rimanere con i restanti dieci.
Augusto Monterroso


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