venerdì 8 maggio 2015

Se siamo # inglesi: considerazioni elettorali - bortocal

cosi` Cameron, il conservatore, governerà il Regno Unito col 36% dei voti.
be’, qualcuno deve pur governare, no?
ma il risultato impone di spiegare perché questo sarà pienamente democratico li`, mentre non sarà affatto democratico in Italia se Renzi governerà con una percentuale di consenso simile.
mi dispiace soltanto che occorre riflettere tre minuti per capirlo, mentre sarebbe tanto piu` bello qualche slogan isterico al posto di un breve ragionamento.
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il problema sta tutto nel sistema col quale si arriva al risultato.
nel Regno Unito è uninominale: ogni partito propone un solo candidato in ogni circoscrizione elettorale e uno solo viene eletto, quello che riporta più voti.
gli elettori possono scegliere il candidato.
la maggioranza dei rappresentanti in parlamento non è garantita a priori a nessuno.
in questo caso, ad esempio, pare che Cameron dovrà fare comunque una colalizione con i pochi liberal-democratici sopravvissuti a questo metodo elettorale.
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col metodo elettorale di Renzi, invece in ogni circoscrizione elettorale si presentano piu` candidati.
1. gli elettori possono scegliere il candidato solo dal secondo in poi: il primo candidato e` scelto dai partiti che lo mettono al primo posto nella lista e al massimo gli elettori potranno scegliere dal secondo in poi, se il partito ne avra` piu` d’uno.
2. un partito, purche` risulti primo alle prime votazioni o al ballottaggio govenera` sempre e comunque da solo, per esempio nel ballottaggio e anche se avesse solo il 10% dei voti alle prime votazioni, purche` sia risultato il secondo per numero di voti nella prima fase.
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messa a posto in questo modo la coscienza e dette quelle che mi paiono le buone ragioni per ribadire senza incoerenze il no all’Italicum, alcune considerazioni piu precise sulle elezioni inglesi.
1. chi governa, se non ha fatto chiari sfracelli, viene confermato sempre, come dimostra in questo caso anche Cameron; vi e` una quota stabile dell’elettorato fra il 35 e il 40% dei voti che in ogni paese vota per il governo.
i cambi di governo si hanno soltanto in momenti di crisi sociale.
basta non scontentare questo gruppo dei filo-governativi ad oltranza ed impedire che gli scontenti si coalizzino, per governare.
2. nel Regno Unito gli euroscettici hanno preso circa il 12% dei voti, ma saranno presenti nel parlamento solo con un paio di portavoce.
però si conferma che la maggioranza degli inglesi e` contraria all’Unione Europea.
sarebbe il caso di prenderne atto e di prevedere l’uscita del Regno Unito dall’Unione Euopea: sopravviviamo senza Svizzera, possiamo sopravvivere anche senza Inghilterra e l’Unione Europea avrebbe soltanto da guadagnarci perchè sarebbe più compatta e omogenea.
3. ho scritto Inghilterra e non Regno Unito non a caso.
il partito degli indipendentisti scozzesi riporta in queste elezioni un vero trionfo locale ed è il primoo partito in quasi tutte le circoscrizioni elettorali di questo stato della Scozia.
questo ripropone necessariamente il problema dell’indipendenza della Scozia che il recente referendum sembrava avere accantonato con la bocciatura della proposta.
la Scozia è tra l’altro europeista.
l’ingresso nell’Unione Europea di una Scozia indipendente e l’uscita dell’Inghilterra, che resterebbe ai margini, come la Svizzera, in quanto paese sede della City e condizionato dalle esigenze del mondo della finanza, sarebbe la migliore delle soluzioni possibili per il destino dell’Europa.
invece purtroppo dobbiamo pensare che continuerà a farne parte come portavoce conservatore della finanza internazionale.
la gara sarà tutta fra Cameron, Renzi e la Merkel su chi la rappresenta meglio.
da qui

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