venerdì 1 maggio 2015

il nemico vien dal mare

Ci dicono tutti i giorni che è una guerra, basta fare attenzione al linguaggio, invasione, morti, esercito, bombardare, confini, e così via.
Se si parte da una guerra vera, la prima guerra mondiale, anche lì il linguaggio era simile (in tutte le guerre lo è): il Nemico, i Confini, la Sopravvivenza, Mors tua vita mea.
Pensiamo al concetto principe di ogni guerra, il Nemico.
Il Nemico è maiuscolo, impersonale.
Cito due casi della prima guerra mondiale nei quali il Nemico diventa nemico, e poi solo uno come te, con un’altra divisa, poi può diventare un amico.
Una pagina di “Un anno sull’altipiano” (qui)
Un film, “Joyeux Noel” (qui)
Qualche lettera (qui)


Lo stesso accade con l’immigrazione, gli sbarchi, i profughi, i clandestini, i sans papier, masse anonime e minacciose.
L’antidoto è dare un nome e una storia a queste persone.

Cinema e letteratura ci aiutano, eccone alcuni esempi.

“Io sto con la sposa” (qui)

la storia di Samia, in “Non dirmi che hai paura”, di Giuseppe Catozzella  (qui)

Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari – Fabio Geda
(un libro nel quale la realtà supera la fantasia.
non puoi non soffrire insieme a Enaiatollah, leggendo il libro.
poi è finita bene, ma quanti altri migliaia non racconteranno mai la loro storia?
per ricordare l’inferno quotidiano)

14 chilometri – Gerardo Olivares, un film che è passato in silenzio nei cinema qualche anno fa (qui il trailer)
(14 chilometri. Tanti ne misura lo Stretto di Gibilterra. 14 chilometri per lasciarsi l’Africa alle spalle e mettere i piedi in Europa, terra dei balocchi dove nessuno piange miseria, che i soldi stanno anche sotto i sassi. Buba ne è convinto, tanto da vendere tutto ciò che ha e partire col fratello Mukela per il più disperato dei viaggi della speranza. Vi si unirà anche Violeta, in fuga da un matrimonio che non vuole. Dal Mali all’Algeria, da qui alla Spagna, su camioncini stracarichi e piedi sfasciati, strade di fortuna e barconi come bare sul mare. Con loro – a distanza di pudore – Gerardo Olivares, che filma con 14 Kilometros l’odissea senz’epica dei dannati del pianeta, esuli “da una terra che li odia per un’altra che non li vuole” (I. Fossati). Uno sguardo al servizio dei personaggi, di cui condivide la fatica ma non la disperazione, sfiorando la pietà che non cede alla commiserazione. Genuino, forse persino brado, teso tra l’estasi immobile dei paesaggi e la calma di una natura che avvolge ma non soccorre. Fermo nell’inchiodare la crudeltà del potere sulla croce dei poveri. Morale nel restituire al digitale una forte ragion d’essere, l’occhio sottratto ai pochi per essere rivolto a tutti. Invisibili in primis.  da qui )

Come un uomo sulla terra – Andrea Segre  (qui il film completo)


il cinema ci fa vedere, ci racconta storie, che la tv, i documentari, i giornali faticano a mettere nelle prime pagine, o anche nelle altre, allora ben vengano film che sono, tra l’altro, buon cinema, come questi.

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