domenica 1 marzo 2015

Studenti palestinesi bloccati a Gaza. La speranza disattesa - Rosa Schiano

in afrikaans 'apartheid' significa letteralmente 'separazione', nell'articolo si parla di 'politica di separazione', ah, come sono chiare le parole nude - franz



A differenza di quanto era stato annunciato il 18 febbraio in un documento del Coordinatore Israeliano delle Attività di Governo nei Territori (COGAT), Israele non rilascerà a 50 studenti di Gaza il permesso per andare a studiare in Cisgiordania. Ad annunciarlo è la Ong israeliana Gisha, che si batte per la difesa della libertà di movimento dei palestinesi.
La sera dello stesso giorno, il COGAT ha infatti contattato Gisha comunicando che vi era stato un “errore amministrativo” nel documento sulle condizioni per il rilascio dei permessi (Closure Permissions Status), e che, al contrario di quanto vi era stato pubblicato, nessun permesso sarebbe stato rilasciato agli studenti per viaggiare dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania. Il documento del Cogat include dettagli sulle restrizioni al movimento di beni e persone da e verso i territori palestinesi. Rimosso dalla rete, esso dichiarava che il Cogat avrebbe permesso a studenti di Gaza di uscire dalla Striscia per andare a studiare in Cisgiordania per la prima volta dall’anno 2000.
Da allora Israele nega i permessi agli studenti che rappresenterebbero una minaccia alla sicurezza dello stato ebraico e il permesso a viaggiare sarebbe in contrasto con la “politica di separazione”.
Le autorità israeliane continuino a non voler considerare quanto sia di vitale importanza la connessione tra Gaza e la Cisgiordania soprattutto alla luce del deterioraramento delle condizioni di vita della Striscia a seguito dell’ultima offensiva militare “Margine Protettivo” dell’estate scorsa, e continuano ad applicare una punizione collettiva su un’intera popolazione.
Da otto anni consecutivi il rigido blocco israeliano colpisce le condizioni economiche e sociali dei palestinesi di Gaza, a cui viene tuttora negato il diritto a muoversi per recarsi ai luoghi sacri a Gerusalemme e Betlemme, a famiglie viene impedito di visitare parenti in Cisgiordania o viceversa. Soltanto ad un numero limitato di persone viene concesso il permesso, tra queste, pazienti in condizioni di salute critiche, parenti di prigionieri, giornalisti e lavoratori internazionali. Le procedure per ottenere i permessi sono molto severe e il modo in cui i palestinesi vengono trattati quasi sempre umiliante.
Una situazione davvero difficile da sostenere per i giovani palestinesi che sempre più spesso vedono nel valico di Rafah, tra Egitto e Gaza, l’unica via di uscita, che per di recente ha avuto una apertura limitata a causa delle restrizioni imposte dal Cairo a seguito dei frequenti attacchi nel Sinai da parte di miliziani del Wilaya Sinai (affiliato all’Isis) contro postazioni militari egiziane.
Spesso gli studenti della Striscia tentano di conseguire borse di studio presso università europee e aspettano mesi prima di poter ottenere un visto o nell’attesa di poter attraversare il valico. A questi giovani, con il pretesto delle “misure di sicurezza”, di fatto viene negato il diritto a proseguire gli studi.

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