giovedì 26 marzo 2015

Gad, quando salterà il fosso? (lettera a Gad Lerner) - Gianni Lixi

Caro Gad mi lasci sgombrare il campo da eventuali incomprensioni. Io la seguo, la seguo su twitter, la seguo a “fischia il vento” che ancora rimane una trasmissione visibile rispetto a tutte le trasmissioni ad alto indice d’ascolto (ma in netto calo) dei suoi colleghi. Mi piace lo sforzo che fa di cercare il dialogo interreligioso. Mi è anche piaciuto l’appoggio (endorsement) che ha dato a Michela Murgia alle scorse elezioni regionali sarde. Non la seguo ed anzi sono spesso in disaccordo quando tratta di cose che riguardano la Palestina.
OK ora veniamo a questo famoso fosso da saltare.
Con autoironia ha candidamente ammesso di aver “cannato” le previsioni elettorali Israeliane. L’euforia di parenti ed amici insieme alle previsioni degli addetti l’avevano indotta a sperare in una vittoria della coalizione Herzog-Livni. Ma perché? Perché sperare in una coalizione che ha nel suo stesso nome, Unione Sionista,  il principio fondativo che regola l’espropriazione di terre e l’espulsione  e, nel caso di Gaza, lo sterminio di un popolo che in quelle terre viveva e vive, attribuendogli l’umiliante stato di profughi? Ilan Pappè,  professore Israeliano, storico che insegna in Uk ad Exeter,  in un recente articolo dove fa un’analisi dei risultati elettorali in Israele, scritto per electronic intifada (qui) ci ricorda che il sionismo è colonialismo e che quindi essere antisionisti non è essere antisemiti ma essere anticolonialisti.
Una coalizione fatta, da una parte dal partito laburista, partito che ha governato per diversi anni e che mai ha impedito il colonialismo sionista e dall’altra da Tzipi Livni. Questa è la ministra che è riuscita ad entrare in UK nel 2011 solo con uno stratagemma. Era infatti personaggio sgradito perché accusata di crimini contro l’umanità a causa della guerra “piombo Fuso”.  Guerra di cui è stata una delle principali artefici e che ha spianato la strada agli altri attacchi su Gaza. Si forse, anzi certamente gli ambienti finanziari europei  e l’amministrazione Obama sono dispiaciuti per la vittoria di Netanyahu. Ma questo ai palestinesi cosa può importare? Casa può importare ai palestinesi sapere che gli europei e gli americani sono dispiaciuti quando per anni avrebbero avuto la possibilità di chiudere i rubinetti a Netanyahu per imporgli condizioni  che mettessero Palestinesi ed Israeliani sullo stesso piano? Perché America ed Europa dovrebbero cambiare atteggiamento se, quando ne hanno avuto la possibilità e molte organizzazioni Internazionali, Palestinesi ed anche Israeliane glielo chiedevano ed anzi glielo imploravano, non lo hanno fatto?
Unione Sionista: poche idee ma confuse. Una garanzia per i Palestinesi. Una coalizione che paradossalmente  edulcorando i rapporti tra Israele ed il resto del mondo, può addirittura essere peggiore di un governo dichiaratamente di destra, meno presentabile nei salotti Europei. E comunque, come dice Bob Herbst, avvocato ebreo americano che si occupa di diritti civili,  in un articolo di 2 giorni fa,  nonostante quello che abbiamo sentito da più di 10 aa a questa parte riguardo alla mancanza di un partner affidabile da parte di Israele per le trattative di pace, appare sempre più chiaro che sono i Palestinesi  a non avere un interlocutore realmente desideroso di arrivare alla pace  (da qui).
“Di fronte al baratro della perdizione e del disonore, Netanyahu agisce da politico responsabile di uno Stato di diritto. Parla di “atto ripugnante”, telefona le sue condoglianze al padre di Mohammad, assicura che “nella società israeliana non c’è spazio per gli assassini, ebrei o arabi”. “
Caro Gad quando si decide a saltare il fosso.  Queste sono le sue parole tratte da un articolo su la Repubblica all’indomani del barbaro assassino di  un ragazzo palestinese, Mohammad Abu Khdeir, 16 anni, del campo profughi di Shuaffat mentre si recava a pregare in una moschea a Gerusalemme est. Cioè Netanyahu, che costringe Mohammad Abu Khdeir a vivere in un campo profughi e che lascia che dei coloni esagitati quotidianamente perpetrino ogni sorta di angheria contro palestinesi che hanno il solo torto di voler vivere nella loro terra, diventa  il “politico responsabile di uno Stato di diritto”. Ma veramente io non capisco come un giornalista che, almeno quando si tratta della politica italiana è ipergarantista e non difende posizioni per appartenza ma, in genere, segue un misto di  logica , giustizia e  moderazione, possa scrivere che Netanyahu ha agito da politico responsabile di uno stato di diritto solo per aver condannato una barbarie. Cos’altro avrebbe potuto fare?
No Gad, lo dico in punta di piedi e con profondo rispetto per i genitori di Mohammad. Il problema per i palestinesi non è neanche il barbaro assassinio del giovane del campo profughi di Shauffat. Il problema sono i contadini della valle del Giordano ai quali è stata tolta la terra e l’acqua per coltivarla. E’ vedere quanto sono rigogliose e floride le terre a loro rubate ed irrigate con acqua del Giordano deviata e sottratta  a loro che si spaccano la schiena  su un terreno arido che non è in grado di dare neanche un raccolto. I proprietari della terra rigogliosa sono giunti l’altro giorno, sono polacchi, russi, ungheresi, bulgari gente che proviene  da tutto il mondo, non parlano ebreo ne palestinese, gli Israeliani hanno dato loro  le terre di quei contadini  e loro  ne sono diventati i padroni.  Ma la cosa più tragica non è neanche questa, la cosa più tragica è sentire il figlio del contadino Palestinese che dice al padre che non c’è la fa più a vivere li. Che se ne vuole andare. Questa è la cosa più tragica perché è il fine che vogliono raggiungere gli Israeliani: costringere i Palestinesi ad andarsene.  La cosa tragica Gad, la cosa veramente tragica è l’abitudine alla sopraffazione. E’ vedere che dopo ore di attesa ad un check point per poter andare nel villaggio vicino a vedere magari un genitore malato sei quasi riconoscente al piccolo ragazzetto israeliano vestito da militare con tuta mimetica e mitra in mano che alla fine ti fa passare. Questo è il vero crimine contro l’umanità. Un crimine lento ed insidioso, pari, se non superiore, al crimine delle bombe a Gaza.
“Israele non ha mai trattato, neanche per un minuto, i palestinesi come se avessero gli stessi loro diritti…la prova  più schiacciante del rifiuto della ricerca di pace da parte di Israele  è, naturalmente, il progetto delle colonie. Sin dagli albori della sua esistenza, non c’è mai stata una cartina di tornasole più affidabile o più precisa per capire le intenzioni di Israele.In parole povere: edificare gli  insediamenti vuol dire consolidare l’occupazione, e coloro che vogliono consolidare l’occupazione non vogliono la pace. Questa è la storia di tutto in poche parole (Gideon Levy)”. Gad, quando si decide a saltare il fosso per raggiungere il suo collega, l’Israeliano Gideon Levy (giornalista che conosce e che spesso cita) .  Quando si decide a saltare il fosso per raggiungere un’altro autore israeliano, Miko Peled, che molto lucidamente, tra le altre cose  dice che si è garantito il ritorno agli ebrei in una regione che loro hanno abitato nei secoli meno di altre popolazioni e molti molti anni fa e non si garantisce invece il ritorno a milioni di persone che l’hanno abitata sino a qualche decina di anni fa! Ed sempre Miko Peled, figlio di un generale Israeliano, che ci ricorda come ai palestinesi di Gaza vengano date solo due possibilità. O morire nei propri letti o morire con il fucile in mano.
Io, lo dico con molta modestia e senza alcuna presunzione, penso di sapere perché non riesce a saltare il fosso.  Lei non riesce a saltare il fosso perché questi argomenti non riesce ad affrontarli  in maniera libera. Non riesce a togliersi la Kippà dal capo. Kippà, tappetino in direzione della Mecca, scalette  che portano in chiesa la domenica, tutte forme associative di appartenenza che parte dell’umanità sceglie per cercare di arrivare ad uno stato di “fratellanza” universale che invece sembra essere ostacolato proprio da queste forme di appartenenza!
Caro Gad stiamo avvicinandoci ad una fase in cui la verità  su chi è l’aggredito e chi è l’aggressore sta diffondendosi sempre più (e purtroppo non sempre lei ha contribuito).  La differenza la farà il popolo giusto ed onesto (ho detto il popolo non gli ebrei o i mussulmani o i cristiani onesti e giusti) che unendosi troverà la maggioranza necessaria per iniziare un percorso politico che porterà ad isolare sempre più la minoranza violenta e confessionale, che mai scomparirà da quelle terre per il semplice fatto che è fisiologica in tutti gli stati democratici. Sono conscio che questo è un percorso difficile, che non sarà indolore e che altro sangue sarà versato, ma non c’è altra alternativa. E molto dipenderà dall’informazione. Quindi da lei. Il processo sarà più rapido quanto più saranno i giornalisti liberi che sapranno contrastare  la propaganda israeliana. Le persone che parlano di 2 stati, o sono persone che non conoscono tutto quello che gli Israeliani hanno combinato in  Palestina (Cisgiordania e Gaza) da un punto di vista geografico, o sono persone che lo conoscono bene (come lei)  ma che non vogliono rinunciare, per senso di appartenenza (nel suo caso) o per difendere privilegi acquisiti (nel caso della stragrande maggioranza), ad uno stato ebraico.
Il “benessere” degli israeliani non è il “benessere” dei palestinesi. Ma lo “stare bene” dei palestinesi, sarà sicuramente lo “stare bene” degli israeliani.

La saluto Gianni Lixi (Associazione Amicizia Sardegna Palestina).

2 commenti:

  1. Analisi stringente, convincente, toccante.

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    1. c'è sempre bisogno di parole così, che fanno pensare e ripensare

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