martedì 17 febbraio 2015

Evasori di tutto il mondo, unitevi! - Andrea Baranes

Eccola là, adesso tutti a puntare il dito, tutti a lanciare accuse. Secondo voi mi dovrei vergognare perché sono uno dei 7.000 italiani nella lista Falciani(politici, imprenditori, star dello sport e dello spettacolo di tutto il mondo che hanno aperto giganteschi conti neri in Svizzera, come denunciato dall’Espresso)? Anzi, perché sono uno dei centomila o giù di lì che hanno messo i loro poveri risparmi al sicuro in Svizzera? Anzi, lo sapete che centomila persone sulla famosa lista Falciani sono unicamente relativi a una banca? Una banca sola! Vi rendete conto che non parliamo nemmeno della punta dell’iceberg?
Ma ragazzi miei, guardatevi in giro, non mi verrete mica a dire che siete tra gli ultimi che davvero pagano le tasse? Ma che squallore, dai … Siamo nel ventunesimo secolo, svegliatevi! Poi davvero, fate come vi pare, eh, ma non venite a fare le pulci a me. È stata proprio la Hsbc Private Bank a scrivermi nel 2005, per segnalare l’introduzione di una tassa europea sul risparmio davvero brutta e cattiva. Per fortuna, nella letterina la Hsbc mi tranquillizzava, segnalando “l’esistenza di numerosi strumenti e strutture finanziarie” per aggirare la seccatura. Essenzialmente dei conti cifrati nei più ameni paradisi fiscali del pianeta, e voilà, il gioco è fatto.
Per fortuna che le grandi banche pensano a noi. Io devo pensare alla mia salute, lo Stato non ha i soldi e continua a tagliare sulla sanità, e le cliniche private costano. Così come costano gli asili nido e le scuole private per i miei figli. Ma lo sapete che gli asili comunali sono sempre meno, che la scuola pubblica è al collasso? Tra l’altro, come dovrebbero andarci, a scuola? Il trasporto pubblico è un disastro, se non li accompagnassimo noi con il Suv ogni mattina come farebbero, poveri piccoli? Per non parlare della mia vecchiaia: qui le leggi sulle pensioni cambiano ogni sei mesi, se non mi metto un gruzzoletto da parte come volete che faccia? E vogliamo parlare dei conti dello Stato e del debito pubblico? Con questi chiari di luna, uno per forza deve portare i soldi all’estero e nasconderli al sicuro.

Mi sembra di sentirle le vocine petulanti che provano a dire che è proprio con i soldi evasi o nascosti all’estero che lo Stato dovrebbe pagare la sanità, l’istruzione, le pensioni, il trasporto pubblico. Che sono esattamente le centinaia di miliardi evasi, elusi o nell’economia sommersa che contribuiscono ai problemi delle finanze pubbliche. E allora? Per quale motivo tutto questo dovrebbe essere un mio problema?
Ma soprattutto, le anime belle che mi vengono a parlare di redistribuzione, di diseguaglianze e di giustizia, lo sanno che stiamo tutti, non solo gli evasori, a inzuppare nello stesso sistema? Ogni anno 1.000 miliardi di dollari partono dai Paesi del Sud del mondo per arrivare da noi. Sono le nazioni più povere del mondo a finanziare il nostro stile di vita e i nostri consumi. Ve la prendete con me perché sono più bravo a fare qualcosa dalla quale, consapevolmente o meno, siamo tutti parte?
Qualcuno vuole cambiare le cose? Guardate che si potrebbe fare senza nessun problema, se solo ci fosse la volontà politica di procedere: uno scambio automatico di informazioni tra nazioni in materia fiscale, l’obbligo per tutte le imprese di pubblicare un bilancio per ogni giurisdizione in cui operano e non in forma aggregata, informazioni sul reale beneficiario e proprietario di ogni impresa per evitare società anonime e prestanome. Pensate alle ricadute. Non solo per evasione ed elusione fiscale ma anche sul riciclaggio, la corruzione, i traffici delle mafie internazionali. Se da anni si sa cosa fare ma non viene fatto, non credete che un motivo ci sia?

Dai, su, mi sembra chiaro come vanno le cose. Negli ultimi mesi è venuto fuori l’ennesimo caso: per anni il Lussemburgo avrebbe aiutato le più grandi multinazionali del mondo a “ottimizzare” il loro carico fiscale grazie ad accordi particolarmente vantaggiosi. In quel periodo, il Sig. Juncker è stato prima ministro delle finanze e poi primo ministro. Esatto, lo stesso Sig. Juncker oggi saldamente a capo della Commissione Europea, che lancia strali contro i buchi delle finanze pubbliche e chiede austerità e sacrifici ai cittadini. E mentre lui se ne sta tranquillo in poltrona, il funzionario che ha fatto emergere lo scandalo LuxLeaks rischia la galera per rivelazione di segreti contabili e fiscali.
Qui è semplicemente lo stesso: dopo la pubblicazione della lista Falciani, la Hsbc ha detto di avere fatto pulizia, ma poi nel 2012 puf! ecco 1,9 miliardi di dollari di multa dalle autorità Usa su vicende legate al riciclaggio di denaro. E parliamo sempre di una banca sola. Intanto Falciani, che ha pubblicato la lista, è indagato e vive sotto scorta, la Hsbc paga le sue multe e va avanti senza che nessuno ai vertici sia stato condannato. Al contrario, Douglas Flint, a capo proprio della Hsbc, ha recentemente detto che “l’eccesso di regolamentazione” rende i dipendenti troppo avversi a prendere rischi. Capito? Via, togliere le stupide regole e norme che ancora rimangono su movimenti di capitali e finanza in generale. Inutili lacci e laccioli, retaggio di un passato che non ha più senso.
Cosa succederà con SwissLeaks?  Un po’ di polverone, qualche articolo, qualche multa qui e là, e poi via, tutto come prima per un altro giro di giostra. L’importante è non farsi distrarre da questi scandalucci e andare avanti. Come gira il mondo, ormai credo sia fin troppo evidente. L’unica domanda è: voi, da che parte volete stare?

4 commenti:

  1. Articolo che colpisce come una scudisciata, con il suo lucido sarcasmo.

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    1. sì, se fosse stato il 'solito' articolo non avrebbe fatto lo stesso effetto, ed è un effetto che fa male

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  2. Ho letto l'editoriale su il fatto quotidiano del 11 febbraio di Travaglio sulla depenalizzazione dei reati fiscali, non riesco a trovarlo on line, magari l'hai già letto. Tanto sarcastico da sembrare quasi quasi fattibile!

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    1. se si pensa a quelli che hanno chiuso o si sono suicidati per un debito da 20000 euro, diventati 50-60000 con equitalia e poi vendita all'asta dei loro beni, quelli di una vita...

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