domenica 18 gennaio 2015

L’esatta sequenza dei gesti – Fabio Geda

una storia ai margini, una casa famiglia, dei ragazzini e degli educatori, il mondo è più complicato di quello delle pubblicità televisive, con educatori che sono catchers in the rye, come dice Holden Caulfield:
"mi immagino sempre tutti questi ragazzini che fanno una partita in quell'immenso campo di segale eccetera eccetera. Migliaia di ragazzini, e intorno non c'è nessun altro, nessun grande, voglio dire, soltanto io. E io sto in piedi sull'orlo di un dirupo pazzesco. E non devo fare altro che prendere al volo tutti quelli che stanno per cadere dal dirupo, voglio dire, se corrono senza guardare dove vanno, io devo saltar fuori da qualche posto e acchiapparli. Non dovrei fare altro tutto il giorno. Sarei soltanto l'acchiappatore nella segale e via dicendo. So che è una pazzia, ma è l'unica cosa che mi piacerebbe veramente fare." 
Marta, Corrado, Elisa e Ascanio vi aspettano - franz







La forza di Geda sta nell'evitare ogni sorta di patetismo, e trasformare quello che poteva essere una a rassegna di anime sofferenti in una narrazione robusta e di grande impatto emotivo. Corrado non è un povero ragazzo da amare incondizionatamente per il suo passato difficile: Corrado è innanzitutto uno "stronzo". E l'amore dei genitori dei ragazzi non è assoluto o salvifico: per quanto sincero, rimane insufficiente ed egoista. Di una madre alcolista che ci prova e non ci riesce, riflette Marta, lei non sa cosa farsene — lo stesso per un padre che cerca soltanto di ricostruirsi una vita senza di lei. Ed è tale franchezza a rendere il libro quel gioiellino tagliente che ci resta fra le mani…



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