mercoledì 24 dicembre 2014

Il rapporto sulle torture della CIA, Noam Chomsky e Dick ‘ lato oscuro’ Cheney - Robert Fisk

Grazie, Dio, per Noam Chomsky. Non per la sua vita passata a sviscerare gli attacchi alla nostra ipocrisia politica, ma per la sua competenza linguistica. Molto tempo prima di conoscerlo, lo studente universitario Fisk faticava al suo corso universitario di linguistica, dove l’opera di Chomsky mi ha messo in guardia per la prima volta sull’uso dannoso della lingua. Quindi condanno subito la vile semantica del Pentagono e della CIA. Non soltanto quella espressione vecchia, feroce, oscena : “danno collaterale”, ma la lingua della tortura.
Oppure, come la chiamano i ragazzi che torturano in nostro nome, “tecniche incrementate di interrogatorio”. Diamo un’occhiata più attenta a questo. “Incrementate” è una parola che indica un miglioramento. Fa pensare a qualcosa di migliore, di più colto, anche meno costoso. Per esempio “medicina incrementata” presumibilmente comporterebbe  un modo più semplificato di migliorare la propria salute.
Proprio come  “istruzione incrementata ” farebbe pensare a un’educazione più valida per un bambino. “Interrogatorio” almeno dà un indizio di che cosa si tratta, cioè fare domande e ottenere – o non ottenere – una risposta. Ma ”tecniche” le batte tutte. Una tecnica è un’abilità tecnica, non è vero? Di solito, mi dice il dizionario, nel lavoro artistico.
Quindi gli “interroganti” hanno abilità speciali – il che implica addestramento, lavoro appreso, applicazione, il prodotto del cervello.  Suppongo che questo sia, in un certo modo la tortura. Non è soltanto il modo in cui normalmente descriverei il processo di sbattere delle persone contro un muro, di farli quasi annegare nell’ acqua e di infilargli a forza l’hummus  (purè di ceci) nel retto.
Ma nel caso che l’espressione  sia un po’ troppo esplicita, i ragazzi e ragazze della stampa americana hanno superato il problema in forma familiare. L’intero procedimento di “tecniche incrementate di interrogatorio” si chiamano ora “EIT”. Come WMD (“Weapon of mass destruction – Arma di distruzione di massa) un’ altra  bugia  nel nostro vocabolario politico – tutta la sporca faccenda è  racchiusa in un’abbreviazione di tre lettere.
E poi apprendiamo che questo fa tutto parte di un “programma”. Qualcosa di attentamente pianificato, capite, un corso, uno spettacolo, regolare, approvato, anche teatrale. Il mio vecchio affidabile American College Dictionary, definisce “programma” perfino come “un divertimento con riferimento ai suoi pezzi o numeri”, che è ciò di cui suppongo gli psicopatici della CIA godevano quando cominciavano a torturare la loro vittima.  Legarlo con le cinghie, uno straccio sulla faccia, versargli sopra l’acqua, oops, non troppe bolle, per favore. Oh, bene, sbatterlo  di nuovo contro il muro. Un programma, in effetti.
Dick “lato oscuro” Cheney  ha usato la parola “programma” quando ha condannato il rapporto del Senato degli Stati Uniti sulle torture della CIA. Stranamente, tuttavia,
la sua descrizione del documento come  “pieno di merda”, conteneva un effetto collaterale involontario del procedimento che egli  applaude. Infatti coloro che subiscono le torture spesso urinano e defecano, e – come sappiamo da coloro che hanno subito questi “programmi” – la Cia ha spesso lasciato le sue vittime in piedi, nude a sporcarsi con i loro escrementi.
Cheney vuole che crediamo, naturalmente, che questi poveri uomini hanno dato informazioni importanti alle vili creature che torturavano. Questo è esattamente quello che scoprivano le inquisizioni medievali quando accusavano gli innocenti di stregoneria.   Le vittime ammettevano che volavano in aria. Forse questo è ciò che Khalid Sheikh Mohammed, dopo aver subito la tortura del waterboarding per 183 volte, ha detto ai torturatori della CIA. Era in grado di volare. Un drone terrorista umano. Suppongo che questo sia il tipo di “informazioni di importanza vitale” che Cheney sostiene che le vittime hanno fornito alla CIA.
Naturalmente è stato compito del Direttore della CIA, dalla faccia gotica, John Brennan, che forse sentiva sul collo il calore del fiato di alcuni avvocati per i diritti civili – dire che alcune delle “tecniche” – sì, questa è la parola che ha usato – erano non autorizzate e “ripugnanti”. E quindi ha abilmente fornito una nuova versione dei crimini della CIA. Le AIT (abhorrent interrogation techniques), cioè le ripugnanti tecniche per l’interrogatorio “dovrebbero essere ripudiate da tutti”, ma non, sembra le buone vecchie EIT. Come ha detto Cheney, la tortura era “qualcosa che evitavamo  molto attentamente”. Faccio notare le parole “molto attentamente”. E tremo.

Il buon Mister Brennan ci ha detto che “non ce la facevamo  quando si trattava di considerare colpevoli alcuni funzionari [sic]”. Ma è perfettamente chiaro che i torturatori – o “funzionari” – non saranno considerati colpevoli. E neanche Mister Brennan. Né Dick Cheney. E né lo saranno, oso dire questo, i regimi arabi dove la CIA ha inviato illegalmente quelle vittime meritevoli di un trattamento ancora più vile di quello che potrebbe essere inflitto nelle sue prigioni segrete. Un poveraccio, Maher Arar, era un cittadino canadese, un autista di camion sequestrato dalla CIA all’Aeroporto JFK di New York e “spedito” nella Siria pre-guerra civile per ricevere un po’ di AIT, non di EIT, notatelo – su richiesta degli americani. Tenuto in un buco poco più grande di una bara, la prima presentazione che ha avuto dell’AIT è stata di essere frustato con cavi elettrici. In questo modo Cheney e i ragazzi e le ragazze soddisfano il loro sadismo delegando proprio lo stato le cui  “tecniche di interrogatorio” fanno ora indignare così tanto l’Occidente che sta chiedendo il rovesciamento del regime siriano (insieme a quello dell’Isis e di Jabhat al-Nusra), a favore di “moderati” di recente armati che, presumibilmente si impegneranno soltanto nell’EIT piuttosto che nell’AIT.

Ma, come ha fatto notare il mio collega giornalista Rami Khouri, i 54 paesi che sono nel “programma”  della CIA di rendition*, comprendevano Algeria, Egitto, Iran, Iraq, Giordania, Marocco, Arabia Saudita, Siria, Turchia,  Emirati Arabi Uniti, e lo Yemen. Potete aggiungere la Libia di Gheddafi a quella lista. In effetti la polizia segreta italiana ha anche aiutato la CIA a sequestrare un imam nelle strade di Milano e a “spedirlo” al Cairo per un po’ di AIT per mano degli interroganti di Mister Mubarak. E questo forse spiega perché il mondo arabo e musulmano è stato un po’ tranquillo fin da quando il rapporto del senato – anche nella sua forma altamente censurata – è stato pubblicato la settimana scorsa.
E’ stato il giornalista egiziano Mohamed Hassanein Heikal che per primo ha scritto circa il modo in cui la CIA ha fatto circolare il film su una donna iraniana che veniva torturata dalla polizia segreta dello Scià, in modo che le altre nazioni imparassero come far parlare le detenute donne. Non così la nuova  e migliorata CIA di oggi, naturalmente. Ha distrutto le sue stesse videocassette prima che il Comitato del Senato statunitense potesse mettervi le mani sopra. Ma la natura  servile dei regimi arabi dovrebbe essere  studiata in questo periodo, perché hanno torturato anche in nostro nome. Come ha domandato Khouri la settimana scorsa, “Parleremo, o cercheremo di riparare alle nostre collusioni imperiali quasi apertamente come gli Stati Uniti trattano le loro?” Non prendetevi il disturbo di aspettare la risposta.
Le discussioni sono illegali, soltanto le ‘conversazioni’ sono permesse.
A proposito dell’argomento di Chomsky e delle parole, mi sono comprato una bella giacca invernale prima di lasciare il Canada per Beirut. Fatta in Cina, naturalmente. La  garanzia però mi informava che rispondeva ad alti standard di “impermeabilità e di respirabilità”. Queste parole ora si aggiungono a quella orribile espressione che i governi e le ditte ora usano  al posto di ‘discussione’.
Non ci dicono più che sono in disputa con qualcuno. “Fanno una conversazione su “un argomento”. Ho, certo e se io trovo un altro dottore che parla di “benessere”, applicherò immediatamente l’AIT al colpevole.
*http://it.wikipedia.org/wiki/Extraordinary_rendition
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte:http://zcomm.org/cia-torture-report-noam-chomsky-and-dick-dark-side-cheney
Originale : The Belfast Telegraph
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2014 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0+


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