martedì 2 settembre 2014

Isis non passa in Kurdistan

leggo qui, sul blog di un amico di blog, Emmeggì, cose davvero interessanti che Wu Ming hanno scritto su Kurdistan e Isis, e, siccome non si leggono troppo, le ripropongo - franz


ISIS e guerra in Iraq. I 30 punti di Wu Ming
La band di scrittori Wu Ming ha pubblicato ieri su Twitter 30 considerazioni, piuttosto interessanti e condivisibili, su quello che sta succedendo in Iraq. Le riprendiamo e le diffondiamo volentieri.
1) Un mese fa il PKK ha scompigliato le previsioni sulla guerra in Nord Iraq / Sud Kurdistan. Oggi è la principale forza anti-IS sul campo.
1b) Per semplicità diciamo “PKK”, includendo anche la sua forza “cugina” siriana, che ha già liberato dall’IS il Kurdistan occidentale.
2) Di questo ruolo del PKK, intorno a cui ruota gran parte delle decisioni prese in questi giorni da USA e UE, parlan tutti i media globali.
3) Una delle chiavi per capire la situazione è proprio quel che è successo nel Kurdistan “siriano”, oggi zona libera del Rojava.
4) Da quasi 2 anni la guerriglia curda siriana (YPG) infligge pesanti sconfitte all’ISIS/IS, lo stesso accade da circa un mese in Iraq.
5) Ora, provate a cercare sui siti dei giornali italiani, periodo ultimi 30 giorni, queste parole: PKK, YPG, Rojava.
6) Il PKK è una forza di massa laica, socialista libertaria, femminista. In Medio Oriente. E guida una resistenza popolare all’ISIS.
7) Ci sono altre resistenze all’ISIS, episodi di rivolta e di risposta armata anche da parte di popolazioni arabe sunnite.
8) Correttamente, le forze menzionate considerano l’ISIS il mostro di Frankenstein della guerra di Bush e della politica americana in M.O.
9) Di questo protagonismo i nostri media non parlano. Nello scenario spettrale che dipingono, solo ISIS, gruppi filo-USA e armi USA/UE.
10) C’è gente che fino a ieri l’ISIS manco sapeva cos’era e oggi dice che senza gli USA avanzerà la barbarie, quei popoli sono spacciati ecc
11) Di contro, c’è gente che non ha certo aspettato le cazzate lavacoscienza dei nostrani leoni da tastiera per sfidare (e battere) l’ISIS.
12) Mentre PKK e compagn* fermavano l’ISIS e salvavano civili, USA/UE le tenevano (tuttora le tengono) nella lista dei gruppi “terroristi”.
13) Dal giorno stesso in cui PKK e YPG son intervenuti in Nord Iraq, diffondiamo notizie e analisi sulla situazione e sulla guerra all’ISIS.
14) PKK e YPG sono intervenuti quando i Peshmerga curdi filo-USA si sono sbandati a Sengal e altrove di fronte all’avanzata ISIS.
15) L’ISIS era in Nord Iraq da settimane, faceva stragi, stuprava, decapitava, occupava città che poi PKK e YPG hanno liberato.
16) Mentre l’ISIS faceva tutto questo, Obama era fermo come un paracarro. Appena PKK e YPG hanno “sconfinato”, ha annunciato bombardamenti.
17) RIbadiamolo: di tutto questo i giornali italiani hanno scritto poco o – più spesso – niente. La controprova è facile, fate la ricerca.
18) Dopo la morte di Foley, c’è il ricatto morale: o con gli USA o con l’ISIS! Come se gli uni non avessero colpa dell’esistenza dell’altro.
19) Come se non esistessero forze che da tempo sconfiggono sul campo l’ISIS in totale autonomia, nel disinteresse dei ns. “falchi”.
20) Per inciso, molti combattenti in prima linea sono donne. Cosa che fa sclerare una forza ultra-misogina come l’IS/ISIS.
21) Ogni volta che gli USA sono intervenuti in M.O. hanno prodotto mostri sempre peggiori, ormai lo dicono molti analisti americani.
22) Se qualcuno ancora pensa che saranno gli USA a togliere le castagne dal fuoco e riparare la situazione in Iraq, è illuso o in malafede.
23) Dall’altra parte (ma solo in apparenza) ci sono gli idioti che hanno scambiato l’IS/ISIS per una resistenza antimperialista.
24) L’ISIS è una forza d’invasione multinazionale che ha un progetto non di “liberazione” ma di conquista. Sono predoni capitalisti.
25) L’ISIS, fin dal nome, è un progetto coloniale e imperialista. “Sub-imperialista”, se preferite. Non c’è liberazione nel Califfato.
26) L’ISIS è una forza nata grazie a potenze reazionarie (regionali e globali), e aspira allo status di potenza reazionaria.
27) L’«antimperialismo degli imbecilli» si basa sul pensiero bidimensionale: «Il nemico del mio nemico è mio amico».
28) Ma non sempre il nemico del mio nemico è *davvero* suo nemico, e a prescindere da questo, spesso è a pari modo *mio* nemico.
29) Pensare che per andare contro gli USA si possa essere un po’ più “teneri” con l’ISIS è un’aberrazione, chi lo pensa è un nemico, punto.
30) Di contro, chi dice che l’unico modo di essere contro l’ISIS sia appoggiare nuovi interventi USA, o ignora i fatti, o sta truffando.


1.      Una settimana fa abbiamo diffuso via Twitter, in 30 punti numerati, uno scarno sunto di quel che sta accadendo in Nord Iraq (Kurdistan meridionale) e nella zona autonoma del Rojava (Kurdistan occidentale, in territorio siriano), e cosa colleghi gli eventi delle due zone.

Nemmeno un grammo di quella farina era del nostro sacco. Nulla di originale, sono cose che fuori dall'Italia si dicono ormai ovunque, in reportages, analisi e cronache in tempo reale, ma che i nostri media mainstream tendono a ignorare o sottovalutare. 
Non siamo certo esperti o "analisti" di Medio Oriente, siamo persone che leggono, cercano di informarsi. Leggendo dell'ISIS / Stato Islamico e della situazione in Nord Iraq ci siamo accorti di due grandi rimozioni da parte dei commentatori nostrani: il ruolo imprescindibile delle formazioni rivoluzionarie curde e l'esistenza del Rojava. 

Solamente in Italia osservazioni tanto basilari e banali potevano risultare "sorprendenti" e avere la circolazione che hanno avuto. Altrove si legge ben di meglio, e stiamo per dimostrarlo. Dopo il momento dell'estrema sintesi, ecco quello dell'approfondimento. Riproponiamo i 30 punti, ri-raggruppandoli per temi e commentandoli, linkando tutte le fonti utilizzate e segnalando gli aggiornamenti.

Premessa: la centenaria questione curda e il nuovo PKK (e la cattiva coscienza italiana)

Il PKK (Partîya Karkerén Kurdîstan) è il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, formazione che da più di trent'anni combatte una guerriglia contro lo stato turco per l'indipendenza del Kurdistan. 
Dopo la caduta dell'impero ottomano e i giochi coi confini da parte degli imperialismi britannico e francese, la regione curda fu divisa tra i territori della Turchia, della Siria, dell'Iraq e dell'Iran. Da allora la lotta per autodeterminazione e indipendenza ha attraversato varie fasi e acute divisioni politiche…


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