lunedì 4 agosto 2014

non sarà che Grillo e Farage si raccontano troppe barzellette?


Grillo, Pinochet e la fine del mondo – Alessandro Robecchi

Si può pensare tutto il male possibile di Matteo Renzi, del presidente Napolitano, di Berlusconi Buonanima e di tutti gli altri, compreso il droghiere che sbaglia il resto e il cretino che vi tampona al semaforo. Ma una critica, per essere credibile e magari condivisa, dovrebbe restare all’interno del sistema solare, o almeno della galassia.

Quindi dire che Renzi e Napolitano sono “peggio di Pinochet”, come ha fatto ieri Beppe Grillo ha la stessa efficacia e la solida fondatezza di chi dice che giovedì ci sarà la fine del mondo, all’ora dello spritz. È che la politica è meglio maneggiarla con cura, come anche la Storia. Il rischio è di passare dalle pagine degli interni al colonnino di destra dei giornali on line. Ah, Napolitano e Renzi come Pinochet? Beh, sarà, ma il ghepardo che legge Shakespeare è più interessante.

La ferocia nell'anima non l'avevo mai provata. Ho molti da ringraziare. E aggiungo Grillo, buon ultimo, che invoca Pinochet. Ti dedico i morti cileni, coglione.

Meglio Pinochet di questi sepolcri imbiancati e bimbominkia assortiti.

Di me hanno detto di tutto i signori della sinistra, [...] che sono come quel dittatore argentino che faceva fuori i suoi oppositori portandoli in aereo con un pallone, poi apriva lo sportello e diceva: C'è una bella giornata, andate fuori un po' a giocare. Fa ridere ma è drammatico
da qui

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