domenica 24 agosto 2014

Color Vision, start-up a Gaza

Non si pensa all'innovazione tecnologica quando si parla di Gaza. Eppure là c'è un'Università di Scienze applicate, l'UCAS, che fa proprio questo, anche con il sostegno di Oxfam. Qui è stata inventata Color Vision, l'applicazione per smartphone che aiuta le persone non vedenti a distinguere i colori, qui sono stati sviluppati software interattivi di e-learning, e sempre qui si producono animazioni grafiche per aziende internazionali. Colpita dalle granate dell'ultima guerra, la UCAS di Gaza è praticamente distrutta e non ha più aule, laboratori, uffici agibili. "La rete elettrica e internet sono completamente fuori uso - racconta Hani Khousa, vice-direttore delle relazioni esterne - i lavori e i progetti degli studenti sono andati perduti. Ci sono danni per 2,5 milioni di dollari".

Uccisi 15 studenti e un membro dello staff. La UCAS è in lutto da quando 15 studenti e un membro dello staff hanno perso la vita nei bombardamenti delle scorse settimane. Altri sono stati feriti, e molti hanno perso i loro cari o non hanno più una casa. Come tutti a Gaza, anche gli studenti dell'università hanno dovuto vedersela con le limitazioni paralizzanti dovute al blocco: niente mezzi di ultima generazione, niente corsi di aggiornamento a causa della chiusura dei valichi. 

Essere una start-up a Gaza. Si chiama Color Vision, l'innovativa App per smartphone sviluppata da Nidah Wishah. Aiuta le persone non vedenti a distinguere i colori. Nidah è appena ritornata a casa sua, da dove era scappata un mese fa a causa dei bombardamenti. "Due stanze sono danneggiate e i vetri tutti rotti, -  racconta -, ma quello che più mi preoccupa è l'effetto che tutto questo avrà sui miei figli. Uno ha solo 3 anni e vive già la sua seconda guerra." Lavorare a una start-up non è facile, e a Gaza lo è ancora meno. Nidah per esempio ha perso intere giornate di lavoro a causa dei continui blackout e il blocco le ha impedito di avere le attrezzature specialistiche di cui aveva bisogno.

"Dove metteremo i nostri studenti?" Il dottor Khousa e tutto lo staff dell'UCAS sono decisi ad aiutare gli studenti. "Molti di loro hanno perso i loro parenti o non hanno più una casa. Non possiamo permettere che perdano anche lo studio, che è la cosa più importante per i palestinesi, l'unico vero investimento per il futuro."  Il nuovo anno accademico avrebbe dovuto partire a settembre, ma non sarà possibile. Lo staff dell'UCAS ha già cominciato a riparare i danni meno gravi, ma per quelli più seri ci vorrà parecchio tempo. "Se anche la guerra finisse oggi, dove potranno mai andare i nostri studenti con aule e locali distrutti? E poi molti di loro non potranno riprendere il normale corso di studi perché hanno perso i loro cari, la casa e dovranno provvedere alle loro famiglie e trovare un posto in cui vivere!"
da qui

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