giovedì 5 giugno 2014

Neve nera - Luigi Di Ruscio

Divenni per forza neorealista anche se io che mi consideravo poeta normalissimo, non è colpa mia se il mio mondo era quello poverissimo considerato indicibile in poesia e io non potevo rimuoverlo, se scrivi di certe cose s’incazzano tutti perché la poesia dovrebbe rimanere monopolio delle persone per bene, le persone per bene sono quelle della borghesia, la gente dei quartieri belli, poi occorre anche la laurea, ma dove ti presenti scravattato e disgraziato come ti ritrovi? Quando Mondadori stampa le poesie di Scotellaro l’autore era già morto da un pezzo, tutte le poesie neorealiste furono iscritte da quattro ragazzi, alcune opere prime e basta, contro codesto niente del primo decennio del dopoguerra si continuerà a dirne male perfino da Cucchi nel 1997. Un Turconi iscrive che le mie poesie furono le più deliranti del periodo neorealista di per se stesso già tanto delirante anche perché io ero dell’ala estrema del movimento che veramente si è mosso anche poco, un sottoscritto impavido nel perseguire le cause sballate continua imperterrito quando perfino i film neorealisti, pochissimi, cinque o sei poi tutto finito, io per continuare in pace il neorealismo emigro da Oslo, la mia poesia veniva etichettata come delirante, se non emigravo magari mi rinchiudevano in un manicomio e venivo elettrificato per bene. Che fare? Niente continuare a fare quello che abbiamo fatto sempre, non stare a considerare quello che dice il nemico, ricordati dell’irripetibilità di codesta vita, prendete i miei volumetti di poesie e leggeteveli, fate tutte le considerazione che volete, armato di tutta la mia poesia oppure totalmente disarmato mi introducevo dentro la miseria delle cose ...
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Paolo Marzoni e Angelo Ferracuti stanno facendo un film su Luigi Di Ruscio:


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