mercoledì 11 giugno 2014

al Tribunale Permanente dei Popoli




Esposto del Controsservatorio Val Susa 
al Tribunale Permanente dei Popoli

È in fase di progettazione, tra l'Italia e la Francia, una nuova linea ferroviaria di 270 km, comprensiva di un tunnel di 57 km scavato in una montagna ricca di amianto e di uranio. La popolazione della Val Susa (circa 100.000 abitanti) e i suoi amministratori si oppongono da venticinque anni denunciando che questa ennesima grande opera viene imposta in maniera unilaterale con gravi lesioni di diritti fondamentali: il diritto alla salute (dei cittadini attuali e delle generazioni future), il diritto all'ambiente, il diritto a condizioni di vita dignitose, il diritto a una informazione corretta e trasparente, il diritto di partecipare alle decisioni che riguardano la propria vita. 
La vicenda è emblematica della nuova frontiera dei diritti di fronte allo strapotere degli interessi economici che mette in pericolo lo stesso equilibrio (ecologico e democratico) del pianeta. Questa situazione, ripetutamente segnalata con riferimento al cosiddetto Terzo mondo, è per lo più ignorata e negata quando si realizza nel cuore dell'Europa. Anche sotto questo profilo la vicenda della Val Susa è esemplare. Auspichiamo conseguentemente un rapido intervento del Tribunale permanente dei popoli – richiesto dal Controsservatorio Val Susa e da un folto gruppo di amministratori locali – coerente con il principio che è diritto fondamentale dei cittadini e delle comunità «essere consultati al fine di ottenere il consenso libero, previo e informato prima di adottare e applicare misure legislative o amministrative che li danneggino, prima di adottare qualsiasi progetto che comprometta le loro terre o territori o altre risorse» (sentenza 23 luglio 2008 sulle "Politiche delle transnazionali in Colombia")
Hanno espresso sostegno all'iniziativa:


…dottor Pepino, già agli italiani importa così poco di quel che succede in questa sperduta provincia torinese, e voi chiedete che ne occupino gli eredi del tribunale istituito nel 1966 da Bertrand Russell e Jean-Paul Sartre per indagare sui crimini del Vietnam? Non le sembra un po' esagerato?
«Assolutamente no: ciò che succede a Chiomonte riguarda tutta l'Europa. Il modello avviato da queste parti, l'idea della “Grande Opera Costosa” che si impone sopra la volontà dei cittadini, sarà esportato con successo altrove, se dovesse vincere 20 anni di resistenza locale. Con due problemi: il primo è la sottovalutazione dei rischi ambientali e sulla salute. E il secondo è la ferita che si infligge all'idea stessa di democrazia e partecipazione democratica. Che repubblica è quella in cui vota solo metà degli aventi diritti e in cui quelli che chiedono d'essere ascoltati vengono esclusi dalle decisioni che li riguardano?»…
da qui

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