domenica 30 marzo 2014

I “nostri” pescatori - Matteo Miavaldi

Il caso Enrica Lexie, dopo due anni, si sta avvicinando alle fasi finali, dopo una serie di rinvii e complicazioni diplomatiche, mistificazioni e propaganda elettorale tanto in India quanto in Italia: elementi che hanno aperto la strada alla “narrazione tossica” della vicenda dei due marò, strapazzata da un’informazione generalmente superficiale e, in alcune circostanze, platealmente nociva.
Poco più di un anno fa, su Giap, pubblicammo due lunghi(ssimi) articoli, molto densi di dati e fonti, che smontavano punto per punto la ricostruzione offerta da Il Giornale, Libero e Il Sole 24 Ore: una storia che si basa sulle teorie raffazzonate del sedicente “ingegnere” Luigi Di Stefano, dirigente nazionale di Casapound.
Quei due post si sono presto trasformati in un’inchiesta collettiva, e hanno avuto un numero esorbitante di visite e condivisioni sui social media. Il primo dei due è stato visitato da oltre mezzo milione di IP unici, e ogni giorno continua ad attirare lettori.
Da quei post è nato anche un libro, presentato in giro per l’Italia e recensito su importanti testate nazionali.
Eppure, a distanza di un anno, la quasi totalità dei media nazionali finge che quello smontaggio non abbia mai avuto luogo, e continua a raccontare falsità e mezze verità, stravolgendo completamente l’intera vicenda.
L’impianto complottista e sciovinista della “ricostruzione Di Stefano” si è anzi arricchito di nuovi collaboratori, nuovi protagonisti e nuove bufale, abbracciate con entusiasmo da diverse testate giornalistiche, programmi televisivi, opinionisti e parlamentari.
Abbiamo individuato le principali criticità e incomprensioni di massa e qui sotto, per punti, proveremo a sciogliere la matassa spacciata per verità a una fetta considerevole dell’opinione pubblica italiana. Per tutte le altre questioni, rimandiamo ai due post precedenti e, soprattutto, al libro…

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