lunedì 13 gennaio 2014

Il quinto figlio – Doris Lessing

inizi a leggerlo come se fosse un libro normale, ordinario, la prima metà è così, ben scritto, naturalmente.
dalla metà in poi diventa un libro straordinario, che spaventa, che stupisce, che interroga, che fa male, che non finge, che ti fa conoscere Herriet (e il marito e i figli), che non ti pentirai mai di aver letto.
fatti del bene, forse soffrirai, ma leggilo - franz



…Leggere "Il quinto figlio" di Doris Lessing non è impresa da poco. Non perché il libro risulti pesante da leggere, visto lo stile molto fluido e scorrevole e neanche per la sua lunghezza, essendo composto da sole 170 pagine, ma proprio per I contenuti estremamente toccanti. E' incredibile come un romanzo possa evocare sensazioni di paura, angoscia e disagio senza mai mostrare scene particolarmente cruente o ricorrendo ad espedienti tipici dei libri thriller-horror. In questo caso è l'umanita' a terrorizzare, è il non detto che spaventa, il confine tra bene e male che si assottiglia a mettere a disagio. Anzi, si potrebbe dire che non esista il bene o il male, ma è la percezione soggettiva di questi ultimi a modificare le reazioni umane ed in particolare quelle dei protagonisti del libro…

Non leggete Doris Lessing se non siete disposti a mettervi in discussione, ad affrontare la parte ombra della vostra personalità, i sentimenti più scomodi che preferireste non provare. Nella descrizione delle situazioni e dei personaggi è quasi sempre spietata, non tralasciando né perdonando alcuna debolezza o sfumatura dell’animo umano. Ti mette di fronte a te stessa, a pensare, riflettere e prendere in mano la tua vita.
Ho letto alcuni libri della Lessing e due sono stati quelli che mi hanno toccato maggiormente. Come per tutti i libri, c’è sempre un incontro tra lo scrittore ed il lettore, e se questo avviene in un momento particolare, scatta la sintonia e l’introspezione, lo stupore o la gioia di vedersi riflessi nelle parole di un altro, lontano e vicino allo stesso tempo. Il tutto con uno stile di scrittura che non ti lascia spazio per respirare, devi seguirla, incalza, non ti permette di evadere, devi esserci, devi continuare, fino all’ultima parola.
Il primo, quello più lacerante, fu “Il quinto figlio”; mi accadde di leggerlo il giorno di Natale di molti anni fa, non riuscii a staccarmene, quindi annullai gli impegni che avevo preso e mi immersi completamente nella lettura, che mi lasciò quasi indifesa, scoperta e profondamente scossa.

2 commenti:

  1. Il diario di Jane Somers mi ha fatto lo stesso effetto.

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    1. "Il diario di Jane Somers" è il primo che ho letto, se ti lascia indifferente sei morto

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