mercoledì 11 dicembre 2013

cercano schiavi qualificati

Trenta giovani sardi saranno presto al lavoro insieme a cinquecento laureati di tutta Italia per un progetto di catalogazione sul nostro patrimonio culturale: la notizia, pubblicata ieri dal sito del Ministero per i Beni Culturali,rientra nelle azioni previste dalla legge 112/2013 “Disposizioni urgenti per la tutela, valorizzazione e rilancio dei beni, attività culturali e turismo” . E  non è certo passata inosservata, con i suoi 2,5 milioni di euro da investire nel 2014, considerando il desolante panorama della cultura e le scarse prospettive di lavoro per i giovani che scelgono studi umanistici.
Un barlume di speranza per chi sogna un impiego in campo artistico, storico o archeologico. Eppure il bando ha già sollevato non poche polemiche: i “fortunati” che passeranno la selezione iniziale saranno impegnati 12 mesi per 30 ore settimanali, zero ferie, retribuzione decurtata in caso di assenze non giustificate. E una “indennità di partecipazione” calcolata in 5mila euro lordi per l’intero anno, a cui vanno sottratte tasse e assicurazione.
Ottima possibilità di formarsi nei luoghi della cultura con la supervisione del Ministero, o vero e proprio sfruttamento di manovalanza per trecento euro al mese? Il dubbio è spontaneo, considerato che si accede alla selezione solo con voto di laurea non inferiore a 110/110 o qualifica di archivistica con voto non inferiore a 150/150: in pratica il progetto di “formazione” è riservato solo a studenti modello che verosimilmente hanno già svolto tirocini o stage con l’università o le scuole di archivistica. Per chi ha già i titoli giusti per accedere a un lavoro è proprio necessario un impegno formativo così pesante?...
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