lunedì 30 settembre 2013

Slawomir Mrozek – L’elefante

Slawomir Mrozek è morto da poco (l’avevo ricordato qui), e ho ri-scoperto che a casa c’è “L’elefante”, un suo libro che ho da tanti anni(25, 30?) e non rileggevo da allora
L’ho ripreso in mano e ho letto ogni racconto, piano piano, i più “deboli” sono bellissimi, gli altri perfetti (dice JL Borges che il dubbio è uno dei nomi dell’intelligenza, umorismo e satira sono altri nomi, dico io)
A volte quando un libro ti piace molto lo leggi quasi con avidità, per vedere come finisce (questo metodo funziona con i romanzi), altre volte lentamente, come quando da bambino il gelato quasi si scioglieva sul cono, prima di finirlo (quest’altro metodo funziona con i libri di poesie, di racconti e di aforismi).
Di questo libro godetene lentamente, non vi deluderà - franz

Ps: QUI trovate il racconto che da il titolo al libro, se non vi piace non so cosa fare, fatevi vedere da qualcuno, ne avete bisogno.


…I bersagli principali dell’umorismo sfrenato di Mrożek sono la burocratizzazione e la retorica dei regimi, nella fattispecie di quello stalinista che ebbe modo di sperimentare in Polonia, sebbene i suoi scritti, proprio per la capacità di cogliere il ridicolo nell’esistenza, possano essere benissimo adattati a tutti i totalitarismi e più in generale alle ideologie quando riducono l’uomo a marionetta utile solo se inglobata in un Comitato, in un’Assemblea, in un Circolo. Mrożek, però, non sceglie la strada dell’attacco diretto, ma attraverso i suoi racconti surreali riesce a farci ridere e riflettere, estremizzando certi comportamenti umani ma anche con una più sottile ironia percepibile nelle singole frasi dei racconti…

Tutte le volte che ho preso in mano un libro di Slawomir Mrozek davanti a terzi mi sono trovato ad ascoltare queste frasi: “intellettuale”, “mitteleuropa”, “questa moda della mitteleuropa”, “nome impronunciabile”, “comunista sovietico”, “ma te lo inventi tu? sei sicuro che esiste?”, “ma non leggi mai roba normale? sempre e solo cose da intellettuali, ma tu cosa ti credi di essere?”.
E’ da allora, dalla terza volta che mi è capitato, che leggo i libri di Slawomir Mrozek solo di nascosto, ben occultato, in angoli bui, con molta fatica, ogni volta guardando bene in giro che non ci sia nessuno a spiarmi, e stando bene attento a non ridere troppo forte per non farmi beccare. 
Poveretti! Non sanno cosa si perdono...


2 commenti:

  1. ormai sono un vecchio arnese della rete, comunque grazie
    :-)
    roba del secolo scorso, ma io sono del Novecento e ne sono ben contento, visto come è iniziato il nuovo millennio...

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    1. i vecchi arnesi sono i migliori, direbbe Bertolt Brecht

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