martedì 10 settembre 2013

La velocità della luce - Javier Cercas

“Soldati di Salamina” mi era piaciuto molto, poi (qui) ho stroncato un libro giovanile che era meglio restasse nel cassetto, adesso mi capita per le mani “La velocità della luce”.
inizia lento, poi non riesci a smettere, è un libro formidabile, a me ha ricordato molto Auster (è un gran complimento).
cercatelo e godetene, davvero ottimo - franz


L’impressione è che al di là delle frasi ben cesellate qui ci sia dell’anima, delle domande autentiche, delle risposte abbozzate ma offerte al lettore per quello che sono. Naturalmente Cercas si diverte a confonderci le idee e il ci è o ci fa è sempre in agguato, ma questa è parte del gioco molto serio di La velocità della luce

Che cosa è un romanzo, per Javier Cercas?
Ogni lettore fa il suo libro, interpreta la storia che viene raccontata. L’unica cosa veramente importante è che rimanga fedele alla partitura del romanzo. Il più bel libro che abbia mail letto è il Don Chisciotte. Un libro letto e amato da tutti. Quando venne pubblicato nel diciassettesimo secolo, era giudicato una commedia, un libro per far ridere. Dal diciannovesimo in poi si è tramutato in un’opera malinconia e introspettiva. Due interpretazioni diverse, ma entrambe giuste. Samuel Johnson diceva che solo gli stupidi scrivono senza essere pagati. In questo senso scrivere mi ha cambiato la vita, anche economica. Questa è l’importanza che attribuisco al romanzo. Solo cambiando la vita di chi lo scrive, un libro può cambiare la vita di chi lo legge. Prima di Soldati di Salamina non mi leggeva nessuno, eccezione fatta per mia madre e pochi intimi. Ricordo un aneddoto in cui è coinvolto il mio grande amico Roberto Bolaño. Anni fa uscì in Spagna un dettagliato dizionario dei più importanti autori in lingua spagnola. Mancava soltanto il mio nome e ricordo Roberto, che aveva un senso guerriero della letteratura, dirmi alterato che doveva esserci per forza qualcuno a cui avevo fatto torto, per meritarmi questa assenza. Gli risposi di no, semplicemente non mi conosceva nessuno all’epoca. Ora vivo di scrittura, perché non so fare altro. Perché sono affascinato dalle immagini e dalla storia. Prima di Soldati di Salamina non raccontavo del passato, solo del presente e per di più non ne ero capace. Il lavoro di un romanziere è quello di farsi domande e il tempo passato è terreno fertile per porsi dei dubbi. Al contrario dei politici, che dovrebbero lavorare per risolvere problemi, lo scrittore  si rovina la vita creandosene ancora di più con ciò che scrive…
da qui

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