martedì 13 agosto 2013

Quando ero un'opera d'arte - Éric-Emmanuel Schmitt

anche se non è il migliore, per me, è sempre una lettura che non ti fa distrarre, né pentire di averci dedicato un paio d'ore, promesso - franz



InQuando ero un'opera d'artela ricerca della felicità passa per quella della bellezza. Che cos'è per lei la bellezza?
"La bellezza non esiste oggettivamente. È un sentimento totalmente soggettivo che si prova davanti a certi oggetti, o a certe persone. Ogni epoca propone dei canoni estetici che semplicemente non hanno realtà, e che per fortuna cambiano ogni dieci anni. L'unica cosa che riesce a fabbricare la bellezza è lo sguardo dell'altro. Così come si può rendere belli gli altri con uno sguardo".
Fin dal titolo, nel libro ha scelto la prima persona singolare, lasciando supporre che Adam bis, l'uomo che diventa opera d'arte, sia un personaggio autobiografico. È così?
"Sì, è senz'altro una mia proiezione. Da adolescente ho tentato il suicidio, e ho faticato ad accettare il mio corpo. Anch'io, come Adam bis, ero pieno di inquietudini personali, che fortunatamente ho superato".
Una definizione: che cosa è per lei l'arte?
"È un momento effimero catturato per l'eternità, l'effimero aggrappato all'effimero, un momento del mondo fissato per sempre e mostrato per sempre agli altri. L'arte è la lotta contro il nulla, contro la morte, non contro l'effimero, che invece esalta. È la volontà di fermarsi per contemplare, è la meditazione, è un'esperienza spirituale. E non ha niente a che vedere con la provocazione"…

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