giovedì 1 agosto 2013

Ciò che la condanna di Bradley Manning ci dirà sul nostro sistema di giustizia militare - Michael Moore



Ieri Bradley Manning è stato giudicato colpevole per 20 dei 22 capi d'accusa per cui era stato incriminato, inclusa la violazione della Legge sullo spionaggio del 1917, avendo rilasciato informazioni segrete e avendo disobbedito agli ordini. Questa è la cattiva notizia. Quella buona è che è stato giudicato non colpevole per il reato di "aiuto al nemico". Questo perché quelli che stava aiutando eravamo noi, il popolo americano. E noi non siamo il nemico. Giusto?
Manning potenzialmente rischia 136 anni di prigione. Quando la sentenza verrà annunciata, tutti noi ci faremo una buona idea di quanto seriamente le Forze armate statunitensi prendono i diversi crimini. Quando sentite di quanto Manning - ora 25enne - dovrà stare in prigione, paragonatelo alle condanne ricevute da altri soldati:
Il colonnello Thomas M. Pappas, l'alto ufficiale dell'Intelligence militare ad Abu Ghraib presente la notte dell'omicidio del prigioniero iracheno Manadel Al-Jamadi, non aveva ricevuto alcuna pena detentiva. Ma era stato ammonito e multato per 8000 dollari. (Pappasavrebbe affermato a proposito di Al-Jamadi, "Non cadrò solo per questa storia").
La sergente Sabrina Harman, la donna divenuta famosa per aver fatto il segno del pollice in su accanto al corpo di Al-Jamadi e ritratta in un'altra foto sorridente accanto a prigionieri iracheni nudi incappucciati e accatastati l'uno sull'altro, era stata condannata a sei mesi per maltrattamento dei detenuti.
Lo specialista Armin Cruz era stato condannato a otto mesi per aver abusato di iracheni ad Abu Ghraib e aver occultato il reato…


4 commenti:

  1. per la logica delle forze armate, tutto perfettamente regolare.

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  2. un altro mondo è possibile, si diceva 10-15 anni fa.

    è una lotta difficile, contro un Moloch

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  3. Tutto il mondo è paese. Loro sono più grandi, e le ingiustizie le fanno più in grande.

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