lunedì 24 giugno 2013

Brasile, Turchia. Le rivolte che il Sistema vuole - Simone Perotti

Molti mi scrivono: “Simone, guarda cosa sta succedendo in Turchia, in Brasile… il mondo sta cambiando!” Io ho una lieve fitta allo stomaco. So che (purtroppo) non è così.
Le masse subiscono. Se alzano la testa sporadicamente è solo per un moto di ribellione temporaneo, quasi esclusivamente dettato dall’indigenza, o dalla metafora periodica che la rappresenta. Se di vera e potente ribellione si tratta, qualche potere forte farà solo finta di abbozzare, poi troverà il modo di pilotare la rivolta. I violenti saliranno sul carro, ci saranno vittime, molti si indigneranno, qualcuno esulterà. Ma non accadrà che poco, talvolta nulla, perché quelle ribellioni sono intrinseche al Sistema che ne governa i disagi. Chi si ribella non sta cambiando, non è diverso da chi esultava poco tempo fa.
Se circolasse denaro, se ci fosse la “ripresa”, se tutti fossero impegnati a lavorare e comprare, a godersi denaro e passatempi distraenti, ogni vessazione, ogni coercizione, o quasi, verrebbe tollerata. L’unica ribellione che mi farebbe sperare, è quella individuale, interiore, silenziosa e per questo temibile e tagliente. Quella dei comportamenti, delle responsabilità individuali caricate sulle nostre spalle. Il mondo cambia se gli uomini cambiano, e non il contrario.
La Storia si ripete, dunque. Almeno per quanto riguarda i grandi movimenti, i macro fenomeni sociali. E tuttavia, seppure impercettibilmente, qualcosa forse sta cambiando. Qualcosa che (naturalmente) non finisce sulle pagine della cronaca, ed è chiaro il perché: ad alcuni giornalistisembra poca cosa, una non-notizia, e ad altri invece fa paura, ne comprende il peso eversivo. Nelle migliaia di lettere e post che ricevo c’è il virgulto di una nuova umanità, di cui è bene non parlare troppo: gente che ha deciso, sotto la propria responsabilità, di smettere di lamentarsi e agire, progettare la propria nuova vita, non assoggettarsi alle regole comuni, non accettare schiavitù imposte da sistemi economici e da consuetudini che (quelle sì) ognuno può sovvertire individualmente. Persone comuni che hanno deciso di riscrivere regole adatte alla propria vita, e tentano di metterle in pratica. Sono le migliaia di coabitatori, autoproduttori, sono quelli delle transition town, del downshifting, del cambiamento, della fuga dal consumismo…

Nessun commento:

Posta un commento