venerdì 12 aprile 2013

Tutto comincia a Zanzibar - Ursula Dubosarsky


Inspiegabile che il titolo italiano sia “Tutto comincia a Zanzibar “, quando il titolo originale è “Abyssinia”, misteri dei traduttori.
venendo al libro, bisogna essere concentrati e farsi prendere per mano dalla storia, se ti distrai ti perdi e poi ti annoi, non capendo più niente.
lo sforzo verrà ripagato, promesso - franz




Inquietante.
L'aggettivo giusto per il racconto è sicuramente "inquietante": più che una sequenza di eventi, che possiamo più o meno prevedere, ci troviamo di fronte ad una serie di situazioni che hanno tutta l'ambiguità e la fluidità dei sogni. Ed esattamente come quando ci ricapitoliamo un sogno dobbiamo aggiungere dettagli e collegamenti (e sempre questo contributo creativo resta indefinito), così, inoltrandoci in "Tutto comincia a Zanzibar" siamo chiamati a, od almeno fortemente tentati di, integrare quello che leggiamo, per estrarre una spiegazione, se non un senso, a quel che i personaggi vivono…


…D. Rispetto ad altre sue opere che prediligono un registro comico-surreale (come in Mio papà è un blocco di ghiaccio), in Tutto comincia a Zanzibar prevale un'atmosfera sospesa, cupa e misteriosa. Come mai ha scelto questo tono? 

R. Fin da bambina credo di aver sempre provato un misto di fascino e paura nei confronti delle bambole: sembrano vive, ma non lo sono (o forse sì?) Il tono del libro nasce probabilmente da questa ambivalenza. Quando scrissi la serie di cui fa parte Mio papà è un blocco di ghiaccio sapevo esattamente che volevo scrivere una storia divertente. Con Tutto comincia a Zanzibar non ero invece affatto sicura di quello che volevo scrivere, così l'inconscio mi ha forse portato in un territorio misterioso e inquietante, simile alla sensazione che si prova nei musei di giocattoli, dove le bambole stanno sedute dentro le bacheche a fissare il vuoto. 

D. A quale tipo di lettore ha pensato mentre scriveva questo racconto? 

R. Quando ho incominciato a scriverlo pensavo che il libro si rivolgesse a bambini della stessa età delle due protagoniste della storia, ma quando l'ho finito mi sono resa conto che era per adolescenti o adulti. Il linguaggio è sicuramente accessibile anche a un bambino ma questo deriva dal desiderio di scrivere qualcosa che sia facile da leggere ma difficile da capire: una versione letteraria dell'arte naif…

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