venerdì 26 aprile 2013

I vecchi saggi - Nicoletta Vallorani


Ci sono due modi di invecchiare: da individuo normalmente socializzato e da insegnante. L'individuo normalmente socializzato, man mano che si inoltra nella selva oscura della tarda età, guadagna un sano distacco dalle storture della vita, rivede la sua alimentazione eliminando alcune piacevolezze pericolose per l'apparato digerente, smette di fumare il tabacco e, non potendo concedersi la marijuana, si impasticca di droghe prescritte dal medico e si sintonizza su una serie di attività inoffensive – il burraco, la coltivazione dei pomodori in terrazzo, il ritaglio dei quotidiani.
Gli insegnanti, invece, invecchiano in un altro modo. Il giorno in cui si congedano dagli ambienti scolastici non coincide mai con la fine della loro missione didattica. Per come la vedono loro, il congedo è stato sempre prematuro: loro hanno ancora molte energie da spendere. Dunque che fare? È semplice: si tratta solo di riorientare i loro talenti e di individuare l'argilla da modellare e il comportamento sbagliato da emendare. Un insegnante in pensione non ha alcun modo né alcuna volontà di rinunciare alla sua missione civilizzatrice. Viaggia appesantito dal suo fardello, ma al tempo stesso è fiero della missione etica che deve compiere.
Per conseguenza, l'insegnante in pensione non si limita ad andare al circolo per giocare a carte…

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