giovedì 4 aprile 2013

i saggi di Loretta Napoleoni


…Ecco di cosa avremmo davvero bisogno. Un cenacolo di analisi con al suo interno senatori, deputati ed esperti provenienti da aree diverse, ma soprattutto, portatori di tesi diverse. Ne esistono già di commissioni di questo tipo, ad esempio quella per l’accesso ai documenti amministrativi, istituita ai sensi dell’art. 27 della L. 241/1990. Altre commissioni simili sono nate in passato come le treCommissioni miste di vigilanza: sull’istituto di emissione e sulla circolazione dei biglietti di banca, prevista dall’art. 110 del Testo unico 28 aprile 1910, n. 204, ed operativa fino alla XIV legislatura; sull’amministrazione del debito pubblico e sulla vigilanza di Cassa depositi e prestiti, istituita dall’articolo 3 del R.D. 2-1-1913 n. 453 e tuttora attiva. Oggi la crisi del debito sovrano e la recessione rappresentano per il paese una minaccia ben più grande del crimine organizzato, ecco perché è necessario creare accanto alla commissione anti-mafia quella anti-crisi.
Napolitano questo passo lo doveva fare prima ancora di nominare Monti, quanto lo spread era al 7 per cento e l’Italia rischiava di finire come la Grecia. La commissione anti-crisi doveva produrre proposte concrete da presentare all’Unione Europea, ma non è stato così e ci siamo rimessi nelle mani di Bruxelles. Da allora tutti gli indicatori economici sono peggiorati e l’Italia viene apertamente definita il malato del G8. Il debito è aumentato e sulla carta il nostro paese è ancora più vicino alla Grecia e infinitamente più lontano dalla Germania. Lo spread ha ricominciato a salire insieme all’emigrazione dei giovani ed alla disperazione degli anziani. Se ne parla quotidianamente nei talk show politici con cifre alla mano, e a farlo sono principalmente i politici che usano questi indicatori per infangarsi a vicenda. Di cosa invece non si discute sono le strategie per risolvere il problema perché nessuno si é preso la briga di studiarle. Non esiste una proposta di soluzione, uno straccio di politica economica, il massimo che si riesce ad ottenere sono punti-slogan, lapidari come la lista della spesa. E’ questa una sorta di politica da Ballarò, fatta per riempire gli spazi televisivi ed ottenere consensi, certamene non per salvare il paese. Non esiste a tutt’oggi una forza politica che abbia un programma economico anti-crisi che possa essere riassunto dalla casalinga come dal professore universitario, neppure Monti ce lo aveva. Infatti nel 2011, quando è stato incoronato salvatore della patria, è andato a prenderlo a Bruxelles. A differenza delle nazioni forti europee, da noi il dibattito economico è sempre stato monotematico: tutti i partiti si sono schierati in difesa dell’euro, oppure come i 5 Stelle vogliono rimettere ai cittadini la decisione di continuare o meno questa avventura.
Ma i cittadini hanno davvero gli strumenti per formulare la politica anti-crisi? Non sarebbe meglio presentar loro delle opzioni, degli scenari, delle simulazioni prima di chiedergli un’opinione a riguardo? Cosa fanno gli uffici studi, le fondazioni, i centri di ricerca legati alle vare forze politiche? Possibile che nessuno abbia prodotto un documento propositivo?...

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