sabato 8 dicembre 2012

Prolusione alla consegna del Premio Nobel di Jean-Marie Gustav Le Clézio


Perché si scrive? Penso che ognuno abbia una sua risposta a questa semplice domanda. Ci 
sono le predisposizioni, il contesto, le circostanze. Anche le incapacità. Se scriviamo, vuol dire 
che non agiamo. Che ci sentiamo in difficoltà davanti alla realtà, e così abbiamo scelto un altro 
mezzo di reagire, un altro modo di comunicare, una certa distanza, un tempo di riflessione.
Se esamino le circostanze che mi hanno portato a scrivere – non lo faccio per compiacermi, 
ma per una preoccupazione di esattezza – vedo che al punto di partenza di tutto, per me, vi è 
la guerra. La guerra non come un grande momento sconvolgente nel quale si vivono delle ore 
storiche, per esempio la campagna di Francia riportata dai due versanti del campo di battaglia di Valmy, da Goethe per la parte tedesca e dal mio antenato François per la parte dell’armata rivoluzionaria. Questo deve essere un momento pieno di esaltazione e di pathos. No, la guerra per me è quella che vivono i civili e soprattutto i bambini piccoli. Nemmeno per un istante essa mi è apparsa come un momento storico. Noi abbiamo fame, abbiamo paura, abbiamo freddo, è  tutto. Io mi ricordo di aver visto passare sotto la mia finestra le truppe del maresciallo Rommel che risalivano le Alpi alla ricerca di un passaggio verso il nord dell’Italia e dell’Austria. Ciò non mi ha lasciato un ricordo significativo. In contrasto, negli anni che sono seguiti alla guerra, mi ricordo che mi mancava tutto, e particolarmente di che scrivere e di che leggere. Occorreva carta e penne ad inchiostro, ho disegnato e ho scritto le mie prime parole sul di dietro delle tessere del razionamento, servendomi di una matita rossa e blu da carpentiere. Mi è rimasto un certo gusto per la carta ruvida e per le matite ordinarie. Al posto di libri per bambini, ho letto i dizionari di mia nonna. Erano come dei meravigliosi portali per partire alla conoscenza del mondo, per vagabondare e sognare davanti alle tavole illustrate, le carte geografiche, gli elenchi di parole sconosciute...

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QUI il video della prolusione

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