giovedì 6 dicembre 2012

lettera aperta di Aldo Busi al direttore di “Repubblica”


Riguardo la trattativa stato/mafia del ‘93, ovverossia dal ‘93 in poi minimo, duole vedere “Repubblica” unirsi ai peana contro la magistratura di Palermo per schierarsi a favore di un concetto vuoi di intangibile monarchia vuoi di brutale massoneria della Presidenza della Repubblica in una delle pagine più brutte per la democrazia italiana alla quale, già da tempo, il tuo quotidiano ha prestato molto del suo inchiostro contribuendo a gettare un discredito pressoché inemendabile sullo stato di diritto e sul diritto all'informazione. Dopo tanti Ventenni passati e presenti, da oggi il Paese arretra di un altro ventennio gettando le basi per un altro Ventennio prossimo venturo. Quanto a Giorgio Napolitano, che all'indomani della sanguinosa invasione russa del ‘56 dichiarò “L'Urss in Ungheria porta la pace”, non ci resta che gridare di nuovo e sempre “Viva Antonio Giolitti!”. 
Aldo Busi

2 commenti:

  1. Sono assolutamente d'accordo. In una democrazia che si rispetti, nessuna figura istituzionale può essere libera da controlli e verifiche.

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  2. oppure si arriva a "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri", sempre d'attualità anche da noi, purtroppo

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