martedì 11 dicembre 2012

il pareggio sarà una sconfitta

... Qualche paese però (non certo l'Italia) si è mosso per fare luce sul mistero. In Canada una società di servizi professionali è stata incaricata di stimare i costi di una flotta di 65 F-35. Per l'acquisto è prevista una cifra di 9 miliardi di dollari (137 milioni ad aereo), cui si aggiunge una spesa operativa di oltre un miliardo di dollari annui. Particolare ignorato dai nostri onorevoli: i caccia vengono acquistati non per esporli come modellini, ma per farli volare. Sulla falsariga della stima fatta in Canada si può dedurre che, per mantenere operativi 90 F-35, si spenderà almeno un miliardo e mezzo di dollari annui. Altri miliardi si dovranno spendere per gli ammodernamenti e per sistemi d'arma sempre più sofisticati. Per non parlare di quanto costerà, in termini economici, impegnare gli F-35 in azioni belliche, tipo quella dell'anno scorso contro la Libia. Il velo di mistero comincia quindi a squarciarsi. Tanto che, in Italia, lo stesso Segretario generale della difesa ammette che il costo dei primi F-35 sarà più del doppio rispetto agli 80 milioni annunciati. Per di più l'Italia acquisterà, oltre a 60 caccia a decollo convenzionale, 30 a decollo corto e atterraggio verticale, molto più costosi. Nel bilancio 2013 del Pentagono si prevede un costo unitario di 137 milioni, ma si tratta sempre dell'aereo «nudo» che, una volta dotato di motore, avionica e armi, costerà almeno il doppio. Dati più precisi, ma non completi. Come ammette lo stesso segretario della difesa, in 11 anni il costo del programma F-35 è aumentato a una media giornaliera di 40 milioni di dollari. Restare nel programma significa quindi firmare un assegno in bianco, la cui cifra continuerà a lievitare. Non c'è però da preoccuparsi: il pareggio di bilancio, ormai nella Costituzione, sarà assicurato coprendo la spesa per gli F-35 con le entrate, derivanti da nuove tasse e altri tagli alla spesa pubblica.

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