venerdì 23 novembre 2012

L'Emiro e la svendita della Sardegna - Emiliano Deiana


L'ho sentito con le mie orecchie Mario Monti dire, davanti a un migliaietto di Sindaci allibiti, che l'Emiro del Qatar non poteva investire in Italia per un motivo: "corruption", corruzione.
Ed ora, si sa, con la sola forza dell'imposizione delle mani, corruzione in Italia non ce n'è più. E' bastata una leggina e tutto si è risolto.
Tanto è vero che qualche settimana dopo Mario Monti se ne va in Qatar a trattare chissà quali affari. Ma non ci va da solo: ha la bella pensata di portarsi dietro il Presidente di Regione più inutile della storia dell'Autonomia della Sardegna, Ugo Cappellacci.
La novità, se vogliamo, è proprio questa: una Regione in vendita, ancor prima che inizino i saldi.
O meglio, ad iniziare ci hanno pensato i "sardi". Molto virgolettato.
Con quell'atteggiamento supino, da servi.
Un miliardo di euro, addirittura.
Noccioline in confronto a quello che lo Stato italiano deve alla Sardegna, bruscoline in confronto all'incapacità dello svenditore di spendere i 10 miliardi di euro dell'Unione Europea per la programmazione 2007/2013 destinate alla nostra isola.
Ma la ricetta, questa volta, è di quelle avveniristiche.
Blocchetti, foratini, betoniere, cemento, sferragliamenti, cemento.
Un pò di folklore: il ballo tondo col nulla in mezzo.
Vestiteli a maschera i sardi, che con quei sottanoni degli islamiti ci facciamo la nostra porca figura.
Nanneddu meu già ce lo ricordiamo ancora, poi un giro di troie per farli coddare questi Emiri che già sono abituati a 27 mogli ma vuoi metterci una letterina o una velina?...

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