domenica 16 settembre 2012

Lettera ai bambini di Bortigiadas (e non solo) per l'inizio dell'anno scolastico - Emiliano Deiana

Carissimo/a, 
domani sarà un giorno importante, uno di quei giorni che restano stampati nella memoria per sempre. È quasi come il compleanno, un giorno in cui ti accorgi di essere un po’ più grande. Certo, c’era nei tuoi pensieri il dispiacere delle vacanze finite, il doverti alzare un pochino prima la mattina, il pensiero dei compiti, dello studio, ma c’era anche il desiderio fortissimo di incontrare i tuoi compagni, i tuoi amici e amiche. E forse anche gli insegnanti, chissà? 
Sai quanto è difficile scriverti?

È difficile perché troppo spesso noi "grandi" ci dimentichiamo di essere stati bambini, di aver vissuto tanti giorni uguali a quelli che stai vivendo tu. Siamo immersi in tanti pensieri che forse qualcuno ha inventato per farci dimenticare l’infanzia. Ricordarci di essere stati piccoli è un’impresa difficile mentre crescere, diventare adulti e poi vecchi è naturale, il pensiero di essere stato un bambino, talvolta, spaventa. E allora tu, ogni tanto, ricordacelo, ricordalo ai tuoi genitori, ai tuoi nonni, ai tuoi insegnanti e anche a me. Basta una domanda piccola piccola: "com’eri tu quando eri bambino?" e aspetta, tranquillo, una risposta.

Il primo giorno di scuola ricordati di quanto sei fortunato ad avere la possibilità di andarci, di studiare, di imparare, di giocare. Devi sapere che nel mondo ci sono milioni di bambini che non hanno questa possibilità. Bambini uguali a te a cui viene negato il diritto di studiare, bambini che sono costretti a lavorare, che sono trattati come schiavi, che vengono esercitati e mandati alla guerra. Bambini a cui viene fatto un male che non si può nemmeno raccontare senza che loro ne abbiano la minima colpa: ricordati ogni tanto di loro quando non avrai voglia di studiare o di andare a scuola e che grande fortuna hai tu nel poterlo fare...

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