giovedì 7 giugno 2012

L’imprenditore prevalente - Gianluca Floris


Si tratta di una particolare figura di imprenditore, perché l’imprenditore prevalente ha infatti alcune peculiarità.
Innanzitutto la capacità di pagare meno di chiunque, sia i fornitori che i dipendenti (li tratta alla stessa maniera), visto che ha adottato un metodo infallibile.
Ecco dunque il “Metodo di pagamento dell’imprenditore prevalente”. È riferito ai dipendenti, ma è estensibile anche ai fornitori.
I primi due mesi non ti paga, il terzo mese ti paga il primo e ti promette che il mese dopo arriveranno tutti gli arretrati. Il quarto mese nulla. Il quinto mese ti paga il secondo e il sesto ti mette davanti i conti della società, piangendo, ma senza darti nulla. Il settimo mese fa circolare la notizia che la società è in vendita perché non ce la fa più. Intanto, a suo dire, si mette la mano in tasca e ti paga il terzo mese.
Inutile dire che dopo di ciò l’ottavo e il nono mese non si vede un euro.
Il decimo mese ti paga due mesi (il quarto e il quinto) perché c’è stato un miglioramento improvviso dei conti, sempre a suo dire. L’undicesimo e il dodicesimo mese paga con regolarità dando l’impressione che le cose si stiano mettendo meglio.
In realtà, alla fine dell’anno lui ti ha pagato sette mensilità delle tredici che ti spettano.
Altra caratteristica dell’imprenditore prevalente è che è alla costante ricerca di “giovani motivati” (leggi: disposti a essere pagati per sei ore e quaranta minuti lavorandone nove o dieci) e di dipendenti “maturi” (leggi: che partecipino al rischio d’impresa in cambio di ottocento euro).
Per finire l’imprenditore prevalente ha una convinzione: che lui debba continuare a fare impresa anche se non è capace di pagare con regolarità i suoi dipendenti e nemmeno i fornitori. Ha il diritto di continuare a fare l’imprenditore anche se il suo modello di gestione, in qualsiasi altra parte del pianeta, lo costringerebbe a portare i libri in tribunale.
Inoltre l’imprenditore prevalente riesce ad agire senza tener conto del mercato reale. Lui mostra conti disastrosi per “sensibilizzare” i suoi dipendenti e i fornitori, ma la verità è che la sua principale attività è quella di trovare finanziamenti e contributi a fondo perduto, o quasi.
Assume solo persone che danno diritto ad agevolazione fiscale e, quando vengono a cessare i benefici, li licenzia oppure assume personale anche inutile per avere diritto a particolari sgravi o contributi. O peggio ancora: prende solo giovani stagisti (tipo PIP o come si chiama) con la promessa di assumerli alla fine del periodo. Inutile dire che non lo farà mai.
Per finire, anche con le mensilità ancora da pagare ai dipendenti, l’imprenditore non rinuncerà mai a cambiarsi la macchina ogni anno, a vestirsi nelle migliori boutique e a fare vacanze esotiche in resort di lusso.
L’avvertimento che mi sento di dare è quello di fuggire da questo tipo di imprenditore. Non conviene a voi dipendenti e non conviene a voi fornitori.
Potrebbe anche capitarvi di ricevere da lui una proposta di mettervi in società. Inutile dire quello che già immaginate: non fatelo. Mai.

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