giovedì 7 giugno 2012

Contro la meritocrazia - Gianni Marconato


L’idea che si migliora la scuola trasformandola in una corsa ad ostacoli è letale (A. Asor Rosa)
Si riprende a parlare di meritocrazia “grazie” alle intenzioni del ministro Profumo di mettere meritoriamente, mano alle condizioni in cui versa la scuola italiana.
Meritocrazia: premiare i migliori.Detta così, difficile non essere d’accordo. Chi mai vorrebbe premiare i peggiori?
Ma siamo certi che non ci siano delle trappole in questo modo di proporre il merito come criterio per riqualificare la nostra scuola?
Una scuola concepita e strutturata per promuovere le eccellenze è profondamente diversa da quella che vuole promuovere opportunità.
Per la meritocrazia, il motore è rappresentato dal valore economico degli apprendimenti (non a caso si parla di “capitale umano”) ed è determinata da criteri di valutazione economicistici; per la promozione delle opportunità per tutti si è guidati dal valore individuale e collettivo degli apprendimenti e la valutazione si basa sul grado di inclusione e di partecipazione che gli apprendimenti generano.
Una scuola finalizzata alla crescita economica di una nazione contro una scuola finalizzata alla crescita personale, culturale, sociale delle persone. Ecco cosa è in gioco.
Nella logica della meritocratica, il “merito” non è un valore naturale, universale (come “giustizia”, “amore”, “benessere”, per fare degli esempi) ma una vera e propria ideologia che:
• privilegia la dotazione inziale degli individui offrendo opportunità a chi le ha già, più che offrire opportunità autentiche a chi ne ha già poche o non ne ha affatto,
• privilegia la visione di intelligenza come capacità di fare propri i valori e la cultura dominante, piuttosto che favorire il pensiero autonomo; una visione omologante più che di valorizzazione delle differenze,
• premia la produttività e la riproduttività del pensiero più che la sua generatività e creatività, • svaluta, mistificandolo, il concetto di uguaglianza,
• premia una caratteristica delle persone frutto delle condizioni socio-economiche in cui crescono (l’intelligenza), piuttosto che lo sforzo che queste fanno per migliorare.
Ad una ideologia è giusto opporre una diversa ideologia...

3 commenti:

  1. Non condivido (almeno non totalmente) la lettura secondo la quale la meritocrazia ha un'impostazione esclusivamente economicistica: il merito ed il "capitale umano" possono essere focalizzati anche su aspetti non economici (ad esempio, l'arte) che possono e devono essere alimentati dall'educazione.
    Comunque, concordo con l'idea per la quale la scuola deve fornire i migliori strumenti di base per lo sviluppo di tutti e ciascuno.
    Soprattutto, concordo sul fatto che nella scuola italiana manca il profilo "sociale" della formazione.

    Molto interessanti i punti elencati dall'autore (che mi sento di condividere): punto fondamentale è far convivere uguaglianza e merito.

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  2. mi sembra che applicare la meritocrazia a partire dal basso si faccia un torto all'intelligenza di tutti, o quasi,

    non si dovrebbero aumentare le borse di studio per gli universitari, non si dovrebbe eliminare dall'Ingv sia la (ex)pornostar che il professore di ginnastica, ecc. ecc.

    come dice Bill Emmott (http://www.repubblica.it/politica/2012/06/25/news/times_monti_sfidi_i_partiti_o_meglio_tornare_alle_urne-37907323/?ref=HREC1-5), abbia coraggio Monti e la meritocrazia la applichi in alto, dove tutti la capiscono

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  3. su questo sono perfettamente d`accordo

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