mercoledì 18 gennaio 2012

Marija Gimbutas

ne ho letto qui e qui, e ad entrambi vi rimando per capire meglio che la preistoria è diversa da quella che conosciamo e  che la dea madre.
qui metto un intervista, un film su Marija Gimbutas, sottotitolato in italiano, e un suo libro in pdf, in italiano.
sono rimasto stupito da quante cose ignoro, mi sforzo di recuperare;) - franz




David: Cosa c'è all'origine del vostro interesse per l'archeologia e le dimensioni mitologiche della Dèa delle religioni dell'Antica Europa [2]?
Marija : Credo che ciò abbia avuto a che fare con tutta la mia vita. Sono stata sempre una pecora nera. Ho fatto quello che ho visto con i miei occhi – fino ad oggi, almeno. Sono stata sempre molto indipendente. Mia madre era ugualmente molto indipendente. È stata una delle prime studentesse di medicina in Svizzera e in Germania quando non vi era alcun’altra studentessa. Quando sono nata in Lituania, c'erano ancora il cinquanta per cento di pagani. Ho avuto parecchi legami diretti con le Dèe. Erano attorno a me, durante la mia infanzia. La Dèa Laima era là, poteva chiamare la notte e guardare dalla finestra. Quando una donna partoriva, lei compariva, e la nonna organizzava le cose: era dotata di asciugamani della Dèa e dei tessuti venivano stesi per lei, perché lei tesse la vita, lei è la filatrice. La Dèa oggi può essere in via di estinzione, ma fino a 50 anni fa anni era ancora molto presente.
Rebecca: Quando parla di pagani, vi riferite a persone viventi nella campagna, vicino alla natura?
Marija: Sì, la Lituania è stata cristianizzata soltanto dal quattordicesimo secolo ed anche allora ciò non ha significato granché, perché è stata attuata da missionari che non comprendevano la lingua, e la campagna è restata pagana per almeno due o tre secoli. Poi nel XVI secolo sono venuti i Gesuiti che hanno iniziato a convertire le persone. In alcuni posti, sino al diciannovesimo e ventesimo secolo, c'era una fede antica nelle dèe e in ogni specie di esseri. Quindi, nella mia infanzia, sono stata esposta a molte cose che erano, direi, quasi preistoriche. E quando ho studiato l' archeologia, è stato più facile che afferrassi quello che significavano quelle sculture più di un archeologo nato a New York che non sa nulla sulla vita di campagna in Europa. (risate). Ho studiato inizialmente la linguistica, l'etnologia ed il folclore. Ho raccolto il folclore io stessa quando frequentavo il liceo. E avevo sempre una domanda nella testa: qual è la mia cultura? Ho sentito molte cose sugli Indo-europei e che la nostra lingua lituana era una lingua indo-europea molto antica e intatta. Ero interessata a tutto ciò. Ho studiato l’indo-europeo attraverso studi comparati della lingua e a quei tempi non c'era nessun interrogativo su come fossero le cose prima degli Indoeuropei. Era sufficiente sapere che gli Indo-europei erano già là. (risata). La questione del prima è venuta molto più tardi. 
Poi, a causa della guerra, sono dovuta fuggire dalla Lituania. Ho studiato in Austria, a Vienna, poi successivamente ho ottenuto il dottorato in Germania. Continuavo sempre ad essere interessata alla mia antica cultura lituana e ho e ho aggiunto degli studi a quegli che avevo già fatto ufficialmente. Ho effettuato ricerche sul simbolismo e ho raccolto dei materiali nelle biblioteche. Questa è una mia tendenza ed interesse: religione antica, religione pagana e simbolismo. La mia tesi è stata anche collegata a questo. Era sull'argomento dei riti funerari e la credenza nella vita dopo la morte, ed è stata pubblicata in Germania nel 1946. Allora sono venuta negli Stati Uniti ed ho avuto l'occasione di cominciare gli studi di archeologia europea orientale e nel 1950 sono divenuta ricercatrice ad Harvard, per rimanervi dodici anni. Ho dovuto ricominciare da zero perché non c’erano negli USA persone informate di quello che era la Russia o l'Unione sovietica nei periodi preistorici. Allora mi invitarono a scrivere un libro sulla preistoria europea orientale e sono stati necessari circa quindici anni per completarlo. Di modo che ciò è stato lo sfondo degli studi…
David: Cosa indica la vostra ricerca a proposito dello statuto sociale delle donne nella cultura pre-indoeuropea?
Marija: Le donne erano degli esseri eguali, è molto chiaro e forse erano più onorate perché hanno avuto più influenza nella vita religiosa. Il tempio funzionava grazie alle donne.
Rebecca: Cosa ci dite della vita politica?
Marija: I miei risultati suggeriscono che la vita politica - naturalmente è un'ipotesi, non si riesce a ricostruirla facilmente, ma possiamo giudicare da quanto ci resta nei periodi successivi e da quanto esiste da sempre in mitologia, perché ciò riflette ancora la struttura sociale- sia stata strutturata dal sistema avuncolare. Le regole del paese: la regina è egualmente la grande sacerdotessa e allo stesso modo suo fratello o suo zio. Il sistema si chiama dunque avuncolare, che proviene dal nome zio. L'uomo, il fratello o lo zio, erano molto importanti nella società e probabilmente gli uomini e le donne erano del tutto eguali. In mitologia incontriamo le coppie di sorelle e fratelli di dee femminili e di dei maschili. È errato sostenere che è soltanto una cultura di donne, che c'era soltanto una dea e nessun dio. Nell'arte gli uomini erano meno rappresentati, è vero, ma gli dei maschili sono esistiti, non c'è riguardo questo aspetto nessun problema. In tutte le mitologie, per esempio, in Europa, germanica o celtica o baltica, troverete la madre della terra o la dea della terra ed il suo compagno o delle controparti maschili accanto ad essa. Inoltre vi sono altre coppie come la dea della natura, la rigeneratrice, che appariva in primavera e dà la vita a tutti gli animali della terra, agli umani ed alle piante. E' Artemide nella mitologia greca. Si chiama la Signora degli animali e vi sono egualmente delle controparti maschili dello stesso genere chiamati Signori degli animali. La rappresentazione di questo appare a Catal Huyuk nel VII millennio a.C. e si trovano ovunque nella preistoria, di tal modo che non dovremmo assolutamente trascurare questo aspetto. C'è un equilibrio tra i sessi ovunque, sia nella religione che nella vita.
David: Ci sono prove che il cambiamento fu violento e come il popolo provò a difendersi?
Marija: Fu violento, ma come si sono difesi è difficile dirlo. Tuttavia furono sconfitti. Ci fu evidentemente emigrazione, fughe da queste violenze e molta confusione, molti cambiamenti di popolazione. La gente ha iniziato a rifugiarsi in posti come le isole e le foreste ed i luoghi più accidentati. Nei villaggi ci sono le prove delle uccisioni…


esiste tutta una parte considerevole di storia umana che è ufficialmente dimenticata dai testi scolastici e relegata a pochi specialisti che è in qualche modo doveroso conoscere. si tratta di un periodo che si pone a cavallo tra il Neolitico e la comparsa delle cosiddette ‘civiltà’ (egizi, babilonesi, assiri, sumeri e via dicendo), un’epoca compresa tra il 7000 e il 3500 avanti cristo (in qualche caso anche fino al 1500) e che è degna di nota non per la situazione di sanguinosa barbarie, violenza diffusa, miseria e privazione alimentare- come ci è stato insegnato nelle scuole e come ci viene continuamente ripetuto (vedi il concetto di “homo homini lupus” qui)- bensì per il suo essere l’eclatante evidenza storica che l’uomo è un'entità naturalmente portata alla cooperazione e alla collaborazione reciproca (non all’essere un ‘lupo per il suo prossimo’). la scopritrice di tutto questo è stata l’archeologa Gimbutas, che ha ridenominato queste società gilaniche, sincrasi coniata proprio per rappresentare il grado di assoluta parità tra i sessi in cui queste società (diffuse, all’epoca, in buona parte del Mediterraneo) erano organizzate: associazione paritaria tra ‘donna’ (γυνή) e ‘uomo’ (νήρ). le prove archeologiche finora rinvenute non hanno trovato evidenza che esistesse una struttura statale (nessun governo, nessuna burocrazia, nessun centro di potere), né una struttura militare (nessun arma), nessuna struttura difensiva di sorta (mura o altro). le ricerche genetiche, corollario e complemento di questa scoperta, non hanno fatto altro che confermare quanto detto finora…



continua su youtube...



Qui il libro!

e buone letture!

4 commenti:

  1. grazie mille della citazione, sono felicissimo che il post ti abbia dato la curiosità per andare a cercare tutto questo materiale.
    bella l'intervista e interessante il video, che non avevo mai visto.

    in qualche modo penso sia doveroso (nel nostro minuscolo spazio on-line, s'intende) rimettere per un momento i riflettori su questa fetta enorme di storia nascosta dall'oscurantismo culturale imperante, che lascia nel buio le verità scomode: tanto per dire, io, sui canali di informazione storico-culturale, non ho mai sentito parlare di niente di questo.
    quindi grazie ancora per diffondere queste informazioni. ce n'è davvero bisogno :)

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    1. citazione doverosa, e poi la curiosità fa il suo corso...
      i blog servono (anche) per la circolazione di cose interessanti, almeno i nostri:)

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  2. di Marija Gimbutas ho parlato di sicuro anch'io, ma non so più se sul mio blog attuale o altrove. Conservo con grande cura una trasmissione della tv svizzera, anni '90, con estratti dalle sue conferenze. Ho provato a parlarne, ma c'è chi storce il naso, chi ride...Eppure è facile immaginare un'Europa senza guerre: ai tempi di cui si parla, in Europa c'erano pochissimi umani, penso che potessero passare secoli prima di venire ad incontrare altre comunuità.

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    1. "Ho provato a parlarne, ma c'è chi storce il naso, chi ride" dici, è vero che il riso abbonda nella bocca degli stolti, e degli ignoranti

      da secoli conosciamo la pace come un intermezzo, più o meno breve, fra le guerre
      un passato e un futuro diversi non riusciamo a immaginarli:(

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